Trump passa al contrattacco «Macché idiota, io un genio»

Il presidente e i dubbi sulla sua salute mentale «Sono stabile, mi attaccano come fecero con Reagan»

Trump passa al contrattacco «Macché idiota, io un genio»

New York «Non sono intelligente. Sono un Genio». Il tweet mattutino di Trump, tra il serio e il faceto, non sorprende nessuno dei suoi più acerrimi nemici e i milioni di americani che lo hanno eletto alla Casa Bianca. Da decenni, in interviste e nei suoi libri (tutti best seller che hanno venduto decine di milioni di copie in tutto il mondo), Trump si definisce un «Genio». Dopo la sorprendente vittoria alle presidenziali, Trump va ripetendo a tutti, come un mantra: «Solo un Genio come me, dal nulla, poteva diventare presidente degli Stati Uniti».

Il suo tweet è la risposta al best seller di Michael Wolff, «Fire and Fury» (introvabile nelle librerie americane) che accusa Trump di essere un «idiota», una «persona poco intelligente e instabile mentalmente». Trump per non farsi mancare niente ha twittato a caratteri cubitali: «Sono un genio. E anche stabile. Per attaccarmi hanno rispolverato il manuale Reagan». Guascone, narcisista, eccentrico e politicamente scorretto, Trump è l'unico candidato presidenziale che non ha speso un dollaro per la sua campagna elettorale. Anzi, con le primarie sembra che il Genio ci abbia guadagnato dai 40 ai 50 milioni di dollari tra contributi, donazione e rimborsi elettorali del partito repubblicano. Esattamente come prescrive la legge americana.

Solo con i suoi cappellini «Make America Great Again», Trump ha intascato 15 milioni di dollari. «Solo un genio come me, con uno staff dieci volte inferiore alla Clinton e spendendo meno della metà in campagna elettorale, mentre Hillary ha raccolto e sperperato ben 553 milioni di dollari, poteva diventare presidente», ripete The Donald ogni giorno nella Sala Ovale. Solo un «genio» come Trump è potuto uscire indenne da sei bancarotte (mai fraudolente), lasciando i debiti alle banche che lo finanziavano. Clamoroso il fallimento del Casino Trump ad Atlantic City, con un buco di 950 milioni di dollari, che The Donald ha potuto dedurre per 20 anni dalla sua denuncia dei redditi. Come ha scritto nel suo best seller «The Art of the Deal», da quella bancarotta Trump uscì guadagnandoci una decina di milioni di dollari. Esentasse!

Trump è così convinto di essere un genio, che lo scorso ottobre sfidò e insultò il suo segretario di Stato, Rex Tillerson (che in privato lo aveva definito «un fottuto idiota»), a un test di «Intelligence Quotient» per dimostrare a tutti chi fosse il più intelligente alla Casa Bianca. Intanto il genero Jared Kushner è finito sotto inchiesta dalla Sec (la Consob americana) per aver violato il programma di investimento legato ai Visti Eb-5.

La sua società immobiliare offrì lo scorso anno a investitori cinesi la «green card» per vivere e lavorare negli Usa in cambio di 500mila dollari, sotto forma dell'acquisto di un appartamento lussuoso che i Kushner volevano costruire a Jersey City. Il progetto è stato subito cancellato a causa dei conflitti di interessi che avrebbe creato con il famoso genere, consigliere speciale di Trump alla Casa Bianca.

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