Trump si riprende l'Italia. La Cina ci invade di balle con falsi tweet sul virus

Dagli Usa aiuti per 100 milioni di dollari. L'indagine sulla propaganda web di Pechino

Trump si riprende l'Italia. La Cina ci invade di balle con falsi tweet sul virus

Dietro la battaglia contro il virus c'è un secondo fronte di lotta meno visibile, quello geopolitico tra superpotenze per l'influenza sull'Italia. Con il filocinese M5s al governo e agli Esteri Luigi Di Maio, grande sponsor dell'asse Roma-Pechino pronto a fare da megafono ad ogni aiuto in arrivo dalla Cina, il posizionamento filoatlantico del nostro Paese non è più scontato. Tanto che persino nel Pd (il partito nipote del Pci) è scattato l'allarme per l'eccessiva sponda offerta dalla Farnesina alla propaganda cinese (tra ministri dem e diplomatici gira questa battuta: il Maeci, sigla per Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, lo chiamano «MAOci»). Dopo giorni di martellamento, soprattutto sui social, sugli aiuti inviati da Pechino rilanciati in pompa magna da Di Maio, si è attivato il fronte diplomatico opposto. Un primo segnale è arrivato dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini (Pd), che ha sentito il bisogno di rimarcare pubblicamente l'appartenenza dell'Italia ad un preciso schieramento internazionale: «Grazie a Cina e Russia per gli aiuti ma i pilastri della nostra politica di sicurezza sono la Nato e l'Europa». Ma soprattutto è arrivato il segnale concreto da Washington, l'invio all'Italia di prodotti sanitari, chirurgici e ospedalieri per 100 milioni di dollari, compresi i nuovi kit per i test veloci prodotti dalla Abbott Laboratories. Impegno sancito da una telefonata cordiale di Donald Trump con il premier italiano, «Giuseppi was very very happy» ha detto in conferenza stampa alla Casa Bianca il presidente Usa, aggiungendo che «in Italia «stanno attraversando un momento difficile». Conte, su Twitter, ha espresso «gratitudine per la solidarietà e il supporto degli amici americani». Un rapido riposizionamento del premier dopo l'eccessiva esposizione filorussa e filocinese del governo? Chi ha lavorato con lui esclude strategie così raffinate, il problema di Conte semmai è di non avere dimestichezza con la politica internazionale, «è un buon avvocato ma non ha mai gestito organizzazioni complesse, con Putin ho interagito più io di lui» spiega alla Stampa Michele Geraci, ex numero due al Mise, l'uomo della Via della Seta.

Le aperture alla Cina fatte dai vertici M5s, non solo sul fronte commerciale ma anche su quello molto delicato del 5G, tecnologia sviluppata dal colosso cinese Huawei, hanno comunque destato molte preoccupazioni tra gli alleati dell'Italia, specie negli Stati Uniti. Il nostro Paese è considerato l'anello debole rispetto alla propaganda russa e cinese. Quest'ultima, nelle settimane dell'emergenza Covid19, sembra particolarmente attiva. Secondo fonti diplomatiche dell'Eliseo citate da Le Monde, ci sarebbe dietro un preciso «disegno geopolitico, Pechino vuole mostrare la sua forza, esibire il fatto di aver superato la crisi e aver sconfitto il virus al punto da venire in aiuto al mondo intero». Sui social italiani girano da giorni gli hashtag #forzaCinaeItalia e #grazieCina, rilanciati dall'ambasciata cinese a Roma. Ebbene, secondo un'analisi realizzata per Formiche dalla società Alkemy, «quasi la metà dei post su Twitter pubblicati con l'hashtag #forzaCinaeItalia è opera di bot», cioè account automatizzati «creati con il preciso scopo di fare da cassa di risonanza di account».

Mentre un terzo di quelli con l'hashtag #grazieCina è stata generata ancora da robot. «Dai risultati della ricerca - conclude lo studio - sembra emergere una regia dietro la campagna di propaganda che ha circondato l'arrivo di aiuti dalla Cina in Italia».

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