![Trump vuole controllare la Striscia. Coro di "no" contro il progetto](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/06/1738819405-aztw1y6b0mzhzbpw1t30-associated-press-lapresse.jpeg?_=1738819405)
«Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza» con una gestione a «lungo termine» e la possibilità che i palestinesi sfollati non tornino mai più nella loro terra, «simbolo di morte e distruzione da decenni». Donald Trump al termine dell'incontro con Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca rivela il suo piano per trasformare la Striscia nella «Riviera del Medio Oriente». Non è chiaro se si tratti di una proposta reale o se stia semplicemente assumendo una posizione estrema come strategia di contrattazione, ma secondo Axios l'idea viene proprio dal presidente americano, a cui ha pensato per almeno gli ultimi due mesi arrivando alla conclusione di esporla perché nessuno aveva idee nuove sul dossier. Diverse ore dopo, tuttavia, il segretario di Stato americano Marco Rubio ha dovuto precisare che la proposta «non è ostile» ai palestinesi, per i quali il presidente immagina uno spostamento «solo temporaneo».
Il progetto, per Trump, «porterà stabilità» alla regione: «Ci occuperemo di quel territorio, lo svilupperemo, creeremo migliaia e migliaia di posti di lavoro e sarà qualcosa di cui l'intero Medioriente potrà essere molto orgoglioso. Il potenziale nella Striscia è incredibile». Non si sa se il piano preveda il dispiegamento di truppe militari in territorio palestinese, ma The Donald non lo ha escluso, limitandosi a dire che «faremo ciò che è necessario». Né ha spiegato quale fine faranno gli 1,7 milioni di civili che vivono a Gaza.
Per Netanyahu il «progetto potrebbe cambiare la storia»: il premier israeliano, che ha incassato dall'alleato un miliardo di nuove armi, un piano durissimo contro l'Iran, l'uscita dal Consiglio Onu per i diritti umani (annunciata ieri anche da Israele) e lo stop definitivo ai fondi all'Unwra, ha esteso la visita a Washington e ieri ha incontrato il capo del Pentagono Pete Hegseth. Trump insiste che i leader arabi sostengono il piano, e «tutti lo amano».
In realtà, la proposta ha ricevuto una schiacciante opposizione dai Paesi della regione, incluso un peso massimo come l'Arabia Saudita. Riad boccia qualsiasi tentativo di sfollare i palestinesi dalla loro terra, precisando che il principe ereditario Mohammed bin Salman ha riferito questa posizione in «modo chiaro ed esplicito». Anche il re di Giordania Abdullah respinge qualsiasi tentativo di sfollare i palestinesi e l'Egitto chiede una rapida ricostruzione della Striscia, ma non l'uscita dei palestinesi. Pure gli Emirati Arabi Uniti sono contrari. Il leader dell'Anp Abu Mazen respinge «fermamente» il piano: «Non permetteremo che i diritti del nostro popolo vengano calpestati». Il portavoce dell'Onu, alla domanda se il segretario generale Antonio Guterres ritenga la proposta una pulizia etnica, precisa che «ogni sfollamento forzato tende a rappresentare una pulizia etnica». Dure critiche arrivano anche da potenze tra cui Russia, Cina e Germania, secondo cui il piano porterebbe «nuove sofferenze e nuovo odio». Per Parigi, l'avvenire di Gaza passa per «un futuro Stato palestinese e non dal controllo di un Paese terzo», come fa sapere il Quai d'Orsay ribadendo la «contrarietà della Francia a qualsiasi trasferimento forzato della popolazione palestinese di Gaza, che rappresenterebbe una violazione grave del diritto internazionale, un attacco alle loro aspirazioni legittime, ma anche un forte ostacolo alla soluzione a due Stati». E il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che oggi sarà in Israele, sottolinea: «Mi pare che per l'evacuazione della popolazione civile da Gaza la risposta di Giordania e di Egitto sia stata negativa, quindi sembra sia un po' difficile» metterla in atto.
«Io ho detto qual è la posizione italiana, poi vedremo quando ci saranno proposte concrete, noi siamo per due popoli due Stati, addirittura pronti a inviare militari italiani per una missione di riunificazione di Gaza con la Cisgiordania - prosegue - Il governo non ha cambiato idea».
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