Cesare caro,
il tuo vittimismo mi sconcerta. Lo dici tu: sono inaridita e cinica e, in quanto tale, mi arrogo il diritto di schiaffeggiarti come probabilmente nessuno ha mai fatto nella tua vita, che ora dici stupenda nonostante tu voglia lasciarla. Sei molto più vecchio di me, ma sembri un adolescente in piena crisi puberale. Eppure sei un uomo così coraggioso semplicemente perché in grado di amare, nonostante tutto. Per me non è importante che la candela continui a consumarsi? Io mi chiedo, semmai, se ha fatto il suo dovere di candela: ha rischiarato gli angoli bui? È riuscita a riscaldare le notti gelide? La tua vita, insomma, ti è stata di lezione? Io credo di sì, altrimenti non avresti questa smania di congedarti da lei. Hai probabilmente avuto dall'esistenza e dalle persone che l'hanno vissuta accanto a te tutto ciò che ti è stato possibile desiderare, poi possedere.
Ma ti svelo un segreto: tu provi vergogna di te stesso, del tuo coraggio, del tuo desiderio e concepisci l'amore solo come una sequenza di drammi e delusioni. Ti sei talmente tanto innamorato dell'idea che hai di te stesso, un'idea certo romantica ma assolutamente priva di fondamento, che saresti pronto a morire per lei. Sei tu il cinico, mi sembra. E sì, Cesare caro, tu mi racconti tutto questo per impietosirmi, è inutile che cerchi di provarmi il contrario. Ma non fraintendermi: non vuoi che io ti salvi, ma gradiresti molto se versassi qualche lacrima. Dopotutto cosa c'è di male? Tu mi dai il tuo dolore, io ti do la mia compassione. L'amore è uno scambio, qualunque siano i sentimenti messi in gioco. Sei sempre stato in cerca di relazioni che ti negavano ogni forma di piacere, per non dire di pietà e conforto. L'hai fatto per dare una giustificazione alla tua sofferenza, che era dentro di te molto prima che tu ti innamorassi. Che la tua anima sia dunque in pena, nessuno lo mette in dubbio né tantomeno io che certo ti amo. Ma dì la verità: hai fatto di tutto perché l'esistenza diventasse sempre più penosa, un po' ti piace lamentarti, confessalo.
E adesso, adesso che hai trovato la tua Pierina che ti ama senza arrecarti dolore, senza negarti piacere e leggerezza, la tua Pierina che è presenza calda e reale, tu dici che la tua candela si è consumata, che i tuoi giorni stanno volgendo alla fine. Non sopporti che la felicità sia finalmente arrivata a consolarti e dunque preferisci consegnarti alla morte.
Non sarò io a fermarti Cesare, credo nella libertà individuale e la tua vale quanto la mia. Non credo, inoltre, che l'amore abbia il potere di salvare, altrimenti con te l'avrebbe già fatto. Hai scelto tutta la vita di indossare la maschera più tragica e trovo grande dignità nella decisione di morire senza negare tutto ciò che sei stato o meglio, ciò che ti sei immaginato sul tuo conto.
Se fossi stata tua sorella avrei probabilmente avuto la tua stessa angoscia: è evidente che la madre che hai avuto ti ha consigliato male e probabilmente lo avrebbe fatto anche con me. Ma per fortuna non sono tua sorella. Eppure ti amo.Tua Pierina
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