Rischia di tagliare fuori i polacchi «dalla tradizione, dalla cultura, cioè tagliarli fuori dalla Polonia» la riforma del sistema scolastico immaginata dal neoeletto governo di coalizione di Donald Tusk. La critica arriva dall'ex ministro dell'istruzione del PiS, Przemysaw Czarnek, che si sta facendo portavoce di un disagio diffuso. Il riassetto educativo di Tusk prevede un massiccio snellimento dei programmi scolastici, ufficialmente per controbilanciare la narrazione sovranista del precedente governo di Mateusz Morawiecki, ma che nei fatti cassa con un tratto di penna interi «capitoli» della storia polacca. Una rimozione che elimina dalle guide didattiche standard eroi militari e persino il defunto papa polacco, San Giovanni Paolo II.
A firmare questa iniziativa del governo c'è il nuovo ministro dell'Istruzione polacco, l'autoproclamata femminista, pacifista, pro-aborto e attivista LGBTQ Barbara Nowacka che prevede altre decisioni su generis, come l'abolizione dei compiti graduati, che entrerà in vigore per i ragazzi sotto i 15 anni già il mese prossimo. Come fare senza compiti con voti? Secondo Nowacka verranno sostituiti da compiti «volontari».
Tusk punta così ad ottenere rapidamente una discontinuità dopo otto anni di governo del partito nazionalista-conservatore Diritto e Giustizia (PiS), giustificando questa esigenza di riforma con il calo dei risultati scolastici della Polonia in matematica, lettura e scienze fatti registrare sotto il governo di destra, ma in sostanza per accontentare gli alleati di sinistra. Secondo Tomasz Gajderowicz, vicedirettore dell'Istituto di ricerca educativa, nella forbice temporale che va dal 2018 al 2022 la performance nazionale sarebbe peggiorata e le scuole faticano a insegnare durante l'istruzione generale obbligatoria, ridotta da nove a otto anni dal governo PiS. Un'accusa grave che però non ha tenuto conto della parentesi causata dal Covid e dalle lezioni da remoto.
Di qui la decisione di cambiare i programmi, ma con il rischio concreto di una sollevazione popolare. Il motivo? Dai programmi di storia e letteratura per la scuola primaria e secondaria dovrebbero essere rimosse opere di pregio, come «Il tamburo di latta» dello scrittore tedesco Günter Grass o le favole dello scrittore russo Ivan Krylov, passando per il poema epico nazionale Pan Tadeusz e anche per il poeta romantico Adam Mickiewicz.
Infine completamente rimosse risultano alcuni scritti di San Giovanni Paolo II. Ma non è tutto, perché in queste vere e proprie liste di proscrizione volute da Tusk figurerebbero anche testi di letteratura moderna, come i romanzi della vincitrice polacca del premio Nobel Olga Tokarczuk.
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