Tutto il potere ai puffi

La politica si è ridotta a un campioncino di micro-Repubblica, formato smart, coi partiti bonsai che si contendono il potere in versione sette nani

Oddio, mi si è ristretta la democrazia. Avete presente cos'era la politica in Italia ai tempi della Prima e della Seconda Repubblica? Era partecipazione di popolo, milioni di voti, mobilitazione di maggioranza. Ora si è ridotta a un campioncino di micro-Repubblica, formato smart, coi partiti bonsai che si contendono il potere in versione sette nani. È l'avvento della nanocrazia.

L'epicentro della partecipazione popolare era l'Emilia rossa e partigiana, come la cantava Gianni Morandi, mobilitazioni di massa con voto al Pci o ai suoi succedanei; incolonnato, massiccio, senza smagliature. Adesso il Pd vince con la decima parte dei voti di un tempo, perde il capitale e vince con gli spiccioli. E nella gara delle monetine, il centrodestra mignon viene sormontato dalla Lega, che ha un ricco salvadanaio. Si sgonfia Grillo, ma era già l'anticamera dell'astensionismo.

In tutto questo, Renzi e i renziloqui, cioè chi parla in suo nome e in sua lode e gloria, dicono: che importa, abbiamo vinto noi due a zero. Sì, ma che razza di sovranità popolare è se i due terzi dell'elettorato non vanno a votare e si vince con gli spiccioli avanzati dalle elezioni precedenti? Il progetto di Matteo ha un testo di riferimento, I viaggi di Gulliver.

Lui è Gulliver e i partiti sono lillipuziani, la democrazia è ridotta al villaggio dei puffi. Il demos non c'è più, il cratos è nelle mani dell'economia, il politico è solo un narratore, che romanza la realtà senza affrontarla. Poi dice che uno si butta a Mosca, magari con scalo a Parigi...

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