Uccide la compagna e si suicida davanti alla figlia

L'uomo, militare della Finanza, l'ha accoltellata perché non accettava la fine della relazione

Tiziana Paolocci

Ancora un'altra vittima. Uccisa per aver scelto di chiudere la relazione, per aver detto «basta», per aver preso la sua decisione senza fare marcia indietro davanti alle incessanti richieste, divenute poi minacce, del compagno.

Erika Cavalli, 37 anni, è morta ieri accoltellata dal marito Luca Adamo, che poi si è sparato usando la pistola d'ordinanza. La tragedia è avvenuta in provincia di Pavia mercoledì, poco prima di mezzanotte in un'abitazione di via Ivrea a Vigevano. L'assassino aveva 55 anni ed era un appuntato scelto della finanza in servizio presso la compagnia di Corsico. In quel momento nell'abitazione c'era anche la figlia dodicenne della coppia.

La polizia di Vigevano sta cercando in queste ore di accertare quanto sia accaduto in quella casa ma sembra verosimile che lui, estremamente geloso, non volesse quell'allontanamento. Così due giorni fa ha dato il via alla carneficina. È stata la figlia, che frequenta la prima media, a telefonare a un parente, che poi ha dato l'allarme. Quando gli uomini del 118, sono accorsi sul posto insieme alla polizia era troppo tardi e non c'era più nulla da fare.

Non risultano querele o denunce nei mesi scorsi da parte della donna. Ma in passato lei si era consultata con le forze dell'ordine per sapere come comportarsi dal momento che lui proprio non ne voleva sapere di voltare pagina.

Pochi giorni fa un agente in servizio a Ragusa aveva ucciso la moglie e con la pistola d'ordinanza e si era suicidato. La coppia aveva due figli di 6 e 7 anni e prima di sparare lui aveva scritto sul suo profilo Facebook: «Ti ho dedicato tutta la mia vita. Ti amo». Lei dormiva e il quarantaduenne le ha scaricato addosso tre colpi.

«Bisogna intervenire immediatamente e non permettere che prosegua senza sosta questa mattanza - ha commentato ieri la criminologa Antonella Cortese, vice presidente dell'Osservatorio nazionale dei diritti e della salute dei militari e forze dell'ordine -.

Tutto è avvenuti davanti alla piccola figlia di undici anni che ha dovuto assistere a questo dramma familiare, fatto di violenza e morte. Serve più presenza dello Stato e più sostegno agli uomini in divisa non possono essere lasciati soli».

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