Uccisa la guardia di una centrale nucleare

Giallo sul badge forse rubato. Dilaga la psicosi, ma il governo nega collegamenti con Isis

Dopo le battaglie in strada, a colpi di bombe e kalashnikov, il Belgio si risveglia con l'incubo dell'attacco nucleare. L'uranio, i terroristi per ora non ce l'hanno, ma cosa meglio che un'intera centrale atomica da sabotare? O da cui «approvvigionarsi»? Come quelle di Thiange o Doel. Obbiettivi più che sensibili, presidiati ora più che mai dai militari, ma come dimostrano le falle della sicurezza e dell'intelligence belga, non necessariamente inviolabili. Sara un caso - come sostengono le autorità senza però convincere troppo- che proprio due giorni dopo gli attentati ad aeroporto e metropolitana, una guardia della sicurezza alla centrale di Charleroi, 50 km da Bruxelles, sia stata uccisa? E che forse gli sia stato rubato il badge? Quel che sembra ormai certo è che i due fratelli jihadisti immolatisi nel nome di Hallah, puntassero a una centrale, potrebbe essere stata quella di Liegi piuttosto che di Charleroi. Di certo avevano sorvegliato il direttore del programma di ricerca e sviluppo nucleare, qualcuno gli aveva piazzato persino una telecamera nascosta davanti a casa per seguirne i movimenti.Tante strane coincidenze, segnali mai inquadrati in un potenziale progetto terroristico, oggi assumono contorni inquietanti. Mentre il ministro dell'Interno, Jan Jambon e quello della Giustizia, Koen Geens offrono in sequenza le proprie dimissioni, entrambe respinte dal premier, Charles Michel, la popolazione trema agitata dal fantasma della catastrofe. Tra gli obbiettivi di questi «evoluti» tagliagole probabilmente quello di fabbricare una bomba sporca con rifiuti radioattivi o anche di danneggiare, provocandone la chiusura parziale o totale, una o più centrali nucleari che in Belgio garantiscono la maggior parte della fornitura energetica. basti ricordare che il paese ha vissuto negli ultimi tempi una serie di «piccoli» incidenti nucleari e che solo pochi mesi fa, per esempio, il sistema informatico dell'agenzia nucleare era stato penetrato da hacker. Non solo: nel 2012 due dipendenti della centrale di Doel avevano lasciato la centrale per recarsi in Siria e arruolarsi nell'Isis. Hanno combattuto in una brigata composta da molti belgi, tra cui Abdelhamid Abaaoud, uno dei cervellì degli attacchi di Parigi, e uno di loro sarebbe morto combattendo in Siria. L'altro, incarcerato in Belgio nel 2014, venne liberato l'anno scorso. Sempre a Doel, una persona ancora da identificare penetrò nel 2014 nel reattore numero 4, aprì un rubinetto facendo fuoriuscire 65mila litri di olio usato per lubrificare le turbine, provocandone la chiusura per 5e mesi. Il caso, mai stato risolto, non può non aprire oggi nuovi preoccupanti scenari.

Secondo un esperto Usa, Cheryl Rofer, bombe artigianali simili a quelle degli attacchi di Bruxelles potrebbero danneggiare una centrale nucleare, provocandone l'immediata chiusura. Un altro esperto di Harvard, Matthew Bunn, non esclude che si possano utilizzare prodotti come il Cesio 137 del centro nucleare di Mol per una bomba sporca. Insomma consigli per l'uso.AAcq

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