La nuova mattanza perpetrata dai jihadisti nell'Africa Nera riapre ferite di fresca data in Italia. Il gruppo che ha trucidato 42 persone (39 studenti e 3 insegnanti) in una scuola ugandese è infatti lo stesso che il 22 febbraio del 2021 assassinò nella provincia congolese di Goma l'ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere addetto alla sua scorta Vittorio Iacovacci e l'autista Mustapha Milambo. La ricostruzione di quanto avvenuto venerdì notte a Mpondwe (località di confine con il Congo) è al vaglio degli investigatori, che però avrebbero prove sufficienti per collegare l'eccidio alla falange armata denominata Allied Democratic Forces (Adf), la medesima che tentò di rapire, per poi assassinare, il diplomatico originario di Saronno.
La tragedia ha avuto inizio all'incirca alle 23,30, quando i jihadisti hanno fatto irruzione nell'abitazione del preside e pochi istanti dopo nei locali della Lhubirira Secondary School. Dopo aver disattivato la corrente elettrica, hanno sorpreso gli studenti e il personale nel sonno. Il commando, composto da cinque uomini, ha iniziato a sparare all'impazzata, utilizzando anche bombe a mano che venivano lanciate direttamente nei dormitori. L'assalto è durato poco più di mezz'ora, e al termine del massacro i miliziani dell'Adf hanno appiccato fuoco ai materassi per poi sequestrare una decina di studentesse. Numbere Bright, uno degli scampati al massacro, racconta che gli aggressori «parlavano in inglese e swhaili e chiedevano se c'erano musulmani nella scuola. Dicevano che non avrebbero ucciso i loro fratelli di fede. Mi sono salvato nascondendomi sotto al cadavere di un compagno. È stato terribile, anche perché i primi soccorritori sono arrivati solo all'alba». La moglie del direttore della scuola, Masika Brenda, ha rivelato di essere stata risparmiata perché in quel momento stava allattando il suo bambino.
Il governo ugandese ha dispiegato uomini e mezzi per scovare i terroristi e liberare gli ostaggi. Fonti militari fanno sapere che si sarebbero nascosti nel Parco Nazionale di Virunga, lo stesso dove avvenne lo scontro a fuoco tra terroristi e forze di polizia nel fallito tentativo di liberare Attanasio. Joe Walusimbi, funzionario che rappresenta il presidente ugandese nell'area dell'eccidio, ha raccontato ai media locali che le autorità stanno cercando di verificare il numero delle vittime e dei rapiti: «Il bilancio è parziale, anche perché alcuni corpi sono stati bruciati e quindi irriconoscibili». Dick Olum, capo di stato maggiore dell'esercito, ha puntato invece il dito contro la direzione della scuola. «Mercoledì erano stati avvertiti che sarebbe potuto accadere qualcosa di grave. Avevamo avuto informazioni dall'intelligence e chiesto ai dirigenti dell'istituto di non far pernottare gli studenti per qualche tempo. Purtroppo non siamo stati ascoltati».
Le milizie Adf sono radicate dalla metà degli anni Novanta nella parte orientale del Congo, dove hanno massacrato migliaia di civili. Nel 2016 la sigla congolese è entrata a far parte della costellazione del Califfato islamico, e i miliziani guidati dal sanguinario Musa Seka Baluku sono diventati il braccio operativo dell'Isis nell'Africa centrale.
L'8 giugno del 1998 l'Adf era entrata in azione, sempre in Uganda, in un'altra scuola di confine, il Kichwamba Technical Institute, uccidendo 80 studenti e prendendone in ostaggio un centinaio di cui purtroppo non si seppe più nulla.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.