Unioni civili, numeri in bilico: il Pd vole rinviare l'esame del ddl

Dopo lo schiaffo del M5S, i dem chiedono una pausa di riflessione: sanno di non avere i numeri per approvare il ddl Cirinnà. Grasso corre in soccorso. Il ddl rinviato a mercoledì prossimo

Unioni civili, numeri in bilico: il Pd vole rinviare l'esame del ddl

Lo schiaffo brucia ancora. La battuta d'arresto sulle unioni civili fa malissimo a Matteo Renzi e tutti i dem. Mentre proseguono quasi senza sosta le riunioni e i contatti nel Pd per cercare una via d'uscita dopo il "no" dei grillini all'emendamento Marcucci, il capogruppo dem Luigi Zanda chiede al presidente del Senato Pietro Grasso di convocare la capigruppo: "Fatti politici nuovi impongono una riflessione per capire come andare avanti sulla legge per le unioni civili". I numeri sono in bilico e, grazie all'aiutino di Grasso, i dem ottengono una pausa di riflessione per trovare una nuova maggioranza.

A Palazzo Madama, già dalle prime ore del mattino, si sono riuniti Zanda, il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi e diversi senatori Pd. Conciliaboli anche in Transatlantico, dove le forze di centrodestra hanno continuato a fare di conto in modo compulsivo per capire quali potranno mai essere i nuovi equilibri in Aula. Al momento, viene spiegato, la situazione è ancora in itinere. "Stiamo facendo i conti...", riferisce un'autorevole fonte di maggioranza. Il Pd tenta di mantenere in vita il ddl Cirinnà chiedendo un rinvio di qualche giorno, per capire meglio la situazione e cercare di ricompattare il gruppo dem. "Porre comunque in votazione il 'super canguro' ma spacchettato, così da provare ad assicurarsi almeno il via libera sui primi articoli del ddl, quelli relativi alle unioni - viene spiegato da fonti dem - sembra una strada poco praticabile al momento: i numeri sono fortemente in bilico". Ad ora sarebbero a rischio sia la parte relativa alle adozioni sia le normative che regolano i diritti alle unioni gay. "Meglio prendersi quale ora di tempo - dicono i più - e rivedere la nuova strategia".

Fino a ieri sera nel Pd sembrava prevalere la linea dura di voler andare comunque alla conta. Oggi, invece, la linea si è ammorbidita: il rischio di un affossamento dell'intero ddl Cirinnà è davvero troppo alto. All'avvio dei lavori dell'Aula Zanda ha così chiesto a Grasso una pausa di riflessione: "Il Pd continua a pensare che sia necessario fare una buona legge sulle unioni civili. Pensiamo che sia una traguardo sia alla nostra portata, che noi fortemente vogliamo ma dobbiamo registrare che ieri si è verificato un fatto politico nuovo". Zanda, senza nominarla, ha fatto riferimento alla decisione del Movimento 5 Stelle di non votare l'emendamento Marcucci che, se approvato, avrebbe assorbito gli emendamenti presentati dalla Lega Nord e dai centristi. "Questa condizione - ha osservato ancora Zanda - muta naturalmente la situazione e i passaggi d'aula che ci aspettano".

Il Pd prende tempo per riorganizzarsi. "Si fa sempre più plausibile - viene spiegato da fonti Pd - l'ipotesi di procedere con uno stralcio dell'articolo 5 (quello sulla stepchild adoption, ndr)". Dopo la battuta d'arresto subita ieri, infatti, nel Pd si tenta di ricompattare l'area cattolica, ma resta l'ostacolo delle adozioni. In questo momento il pallottoliere è la sola bussola usata dal Nazzareno: senza adozioni si perderebbero i voti della sinistra dem, dei Giovani turchi, ma anche di Sel e forse dei grillini (dei quali però il pd non si fida più).

Ma grazie all'aiutino di Grasso, che ha permesso un rinvio del ddl a mercoledì prossimo prima del milleproroghe, la porta resta ancora aperta. E a Forza Italia che con Maurizio Gasparri accusa il Pd di "farsi ostruzionismo da solo perché non ha i numeri", il presidente del Senato si limita a dire che di regole parlerà solo la prossima settimana.

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