Unioni civili, ora scende in campo la sinistra radical-chic

A sostegno del ddl Cirinnà arriva una petizione firmata da 400 tra intellettuali, attori e cantanti

Unioni civili, ora scende in campo la sinistra radical-chic

Ora scendono in campo gli intellettuali. Con un Matteo Renzi in difficoltà e lo stralcio della stepchild adoption alle porte, richiesto dai ‘nuovi alleati’ alfaniani, la sinistra radical chic firma un appello affinché si approvi il ddl Cirinnà così com’è.

“La legge Cirinnà rappresenta, oggi, l'occasione storica di fare un primo passo verso il riconoscimento di diritti civili e umani fondamentali. È tardi per perdersi in strategie politiche, si sta parlando delle vite concrete di milioni d'italiani in estenuante attesa di esistere agli occhi dello Stato. Siamo fuori tempo massimo”, scrivono gli oltre 400 firmatari. L’elenco annovera personalità come lo scrittore Andrea Camilleri, il ballerino Roberto Bolle, il neo direttore di Raitre Daria Bignardi, il regista Paolo Virzì e i cantanti Jovanotti,Tiziano Ferro, Eros Ramazzotti e Laura Pausini.

Nella petizione, aperta a tutti e sottoscrivibile sulla piattaforma Change.org, si evidenzia come la Cirinnà “è già frutto di numerosi compromessi con un Parlamento che, in nome di una presunta difesa dell'infanzia, sceglie di ignorare i bambini italiani che oggi crescono privati dei loro diritti”. Ci sarebbe da chiedersi quali diritti, dato che a tutti quei bambini non è mai stato negato, per esempio, né il diritto allo studio né quello alla salute ma tant’è. Evidentemente il loro diritto di crescere con un padre e una madre non è contemplato per questi intellettuali.

Niente da fare, è indispensabile approvare il ddl Cirinnà nella sua interezza perché “garantisce il minimo dei diritti alle persone Lgbt. “È insufficiente non essere razzisti, omofobi o sessisti, - si legge ancora nella nota - è necessario essere operosi nella lotta contro il razzismo, l'omofobia o il sessismo, combatterli ovunque si celino, soprattutto attraverso gli strumenti legislativi in mano al Parlamento”.

"Tutto è nato dopo Sanremo – racconta a Repubblica l’artista e scrittore Sebastiano Mauri, promotore dell’iniziativa con l’aiuto dello psichiatra Vittorio Lingiardi e dell’attore Filippo Timi – dove tanti cantanti hanno coraggiosamente decorato l’asta del microfono con nastri arcobaleno, schierandosi a favore delle unioni civili”.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica