Un'ipotesi offensiva per gli italiani

Durante i mondiali di calcio milioni di italiani s'improvvisano allenatori della Nazionale. Adesso che l'inizio delle votazioni per il successore di Sergio Mattarella sono state già fissate c'è chi s'improvvisa costituzionalista e le spara grosse.

Un'ipotesi offensiva per gli italiani

Durante i mondiali di calcio ci sono milioni e milioni di italiani che s'improvvisano allenatori della Nazionale di calcio. Adesso che l'inizio delle votazioni per il successore di Sergio Mattarella sono state già fissate, non avendo null'altro di meglio da fare c'è chi s'improvvisa costituzionalista e le spara più grosse che può. Insomma, come si dice a Napoli parla a schiovere. E il bello è che in un mondo dove gli analfabeti costituzionali sono in libera circolazione, c'è sempre qualcuno che magari lo prende sul serio.

Per dirla tutta, si avverte nell'aria una certa idea che, come i fiumicelli carsici, compare e scompare per vedere l'effetto che fa. Tra le tante, c'è anche la bella pensata di un rinvio delle votazioni per il presidente della Repubblica. E perché mai? Perché, si dice, il Covid non dà tregua. Montecitorio deve predisporre drastiche misure allo scopo di ridurre al minimo i contagi. Insomma, il Palazzo è blindato e si teme che i grandi elettori affetti da Covid possano aumentare nel corso delle votazioni. Tuttavia per prudenza deputati, senatori e delegati regionali depositeranno la scheda nell'urna a spizzichi e bocconi. Di modo che a Montecitorio non ci siano contemporaneamente più di duecento eletti dal popolo. Un numero di gran lunga inferiore ai deputati che di norma partecipano alle votazioni per l'approvazione delle leggi.

Il presidente della Camera Roberto Fico ha già diramato le convocazioni e il collegio presidenziale si riunirà il 24 gennaio. Perché una data piuttosto a ridosso della scadenza del settennato? Probabilmente per due motivi. Primo, per concedere un ulteriore tempo ai partiti, un pugno d'uomini indecisi a tutto, perché alla buon'ora si decidano a decidere. Secondo, perché capi, capetti e caperonzoli dei partiti non rinviino tutto alle calende greche e in un ragionevole numero di votazioni possano dare un nuovo inquilino al Quirinale.

Ma, si sa, a Carnevale ogni scherzo vale. E, puntuale come la cartella delle tasse, il Carnevale è arrivato in anticipo. Un rinvio delle votazioni? Ma stiamo scherzando. Mentre la gente comune si reca al lavoro, avremmo i loro rappresentanti che marcano vista. Una vergogna. La battuta di Giulio Andreotti non è farina del suo sacco. Ma vale sempre la pena citarla. Sì, a pensar male si fa peccato ma s'indovina.

Ecco, non vorremmo che un'idea del genere sia venuta in testa a chi avverte di non avere più il destino nelle proprie mani. E fa di tutto per rimandare il voto al fine di allontanare da sé l'amaro calice di un candidato che non abbia il torcicollo a sinistra. Com'è capitato da parecchio tempo in qua.

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