«L'ispirazione è la sorella del lavoro quotidiano» diceva Baudelaire che essendo un poeta maledetto «lavorava» nei bassifondi di Parigi in cerca di fiori del male. Gli stilisti che in questi giorni stanno presentando le collezioni Uomo del prossimo inverno alla Digital Fashion Week di Milano, s'ispirano a qualcosa che la defunta religione della psicoanalisi chiama inconscio. Per esempio Walter Chiapponi, talentuoso direttore creativo di Tod's, parte dall'elegante «nonchalance» di tre uomini-simbolo del XX Secolo (Ryan O'Neal in Love Story, il principe Carlo a Balmoral e John John Kennedy a New York negli anni Novanta) per sintetizzarla nello sguardo innocente di un giovane d'oggi. È l'attore Lorenzo Zurzolo, 20 anni (protagonista di Baby, la serie Netflix ispirata allo scandalo delle baby-squillo dei Parioli) che interpreta SevenT, il film sulla collezione girato nella Villa Ronchi della famiglia Crespi a Vigevano. La storia è così semplice da sembrare banale: lui per sette giorni e sette notti studia la parte che deve interpretare. Arriva e parte con lo stesso cappotto double messo però una volta dal lato cammello e una volta con quel quadrettino pied-de-poule. In mezzo c'è di tutto: il completo in velluto mille righe con cui Oliver-Ryan O'Neal esclama lapidario «Amare significa non dover mai dire mi spiace», la coppola portata al contrario del povero John John, gli stivali da pioggia del principe di Galles in Scozia e tutta una sinfonia di colori della terra (dal cammello al marrone passando per il verde brughiera) con accenti di giallo uovo o rosso bric.
Totalmente diversa ma ugualmente strepitosa la collezione presentata da Miuccia Prada e Raf Simons con sfilata a porte chiuse in diretta streaming seguita dalle interviste ai due designer superstar degli studenti delle migliori scuole di moda del mondo (l'unica italiana studia però Filosofia all'università Vita-Salute del San Raffaele) e dalla classica conferenza stampa digitale che ormai è un male necessario. Da quest'orgia di parole par di capire che la fonte d'ispirazione di Miuccia e Raf sia il cosiddetto Long John, una via di mezzo tra una tuta di lana e l'intimo del nonno consacrato al mito dalla scena degli spaghetti western in cui il cow boy si spoglia per fare il bagno nella tinozza del saloon. Tradotto in moda il Long John è solo una scusa per esercitare la legge del bastian contrario che è la miglior cifra stilistica di Prada. Nella stagione in cui tutti allargano i calzoni a dismisura, lei li fa stretti come leggings e sopra Raf Simons ci mette quelle grosse giacche a vento colorate e caldissime di cui sicuramente ha imparato tutti i segreti nei gelidi inverni che ha passato a New York quando era il direttore creativo di Calvin Klein. Insieme i due devono aver progettato quelle intelligenti tasche zippate disseminate apparentemente dove capita nei capi. Sublimi a dir poco i pezzi più classici tipo il peacoat dai grossi bottoni e tutti i pezzi con le grafiche dei pullover norvegesi ingigantite e ripensate con gusto pradesco. Sulle stampe comunque nessuno può competere con Etro che stavolta arriva a riproporre in un pullover jaquard un motivo creato nel 1986 da Kean Etro con 18 dettagli di diversi motivi Paisley fusi in un unico disegno. Il designer racconta di aver passato i mesi di lockdown a tirar fuori tutto quel che ha accumulato negli anni (10 mila libri, collezioni di divise, pezzi di stoffa, antichi gioielli) rimettendo poi a posto ogni cosa in modo nuovo. L'effetto è proprio quello: una normalità molto speciale. Per Massimo Giorgetti, anima e cuore di MSGM, l'ispirazione è la montagna vista con gli occhi di Walter Bonatti e con quel senso di vertigine che non dipende tanto dall'altitudine quanto dall'emozione di essere in vetta. I disegni delle cartoline e dei manifesti pubblicitari degli anni Trenta diventano stampe da camicia, i piumini sono enormi e bellissimi, una moda che vince e convince. Tutta da comprare la collezione K-Way, ispirata da se stessa, ovvero un classico dell'abbigliamento ormai entrato nell'eternità.
Da Sunnei, marchio disegnato in tandem dal francese Loris Messina e dal calabrese Simone Rizzo, si registra un incremento di fatturato del 30 per cento. Il perché è presto detto: la collezione può essere personalizzata a 360 gradi dai buyer al momento dell'ordine sulla piattaforma Canvas.
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