Lo stop all'algoritmo contro il caro-voli in particolare quelli per le isole - voluto dal governo nel decreto omnibus innesca un braccio di ferro tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e la regina delle low cost, Ryanair. Il tutto mentre la Ue chiede chiarimenti e le opposizioni sollevano obiezioni, con Raffaella Paita di Iv che teme che la ricetta del governo serva solo a spaventare gli investitori e il M5s che parla di «tardivo pasticcio» del duo Urso-Salvini.
Ma come detto a puntare il dito contro il provvedimento dell'esecutivo è soprattutto Ryanair. Mercoledì il Ceo della compagnia, Eddie Wilson, ha incontrato al Mimit Urso, e nel faccia a faccia si è parlato anche del dl del governo e delle norme che intervengono sulle tariffe, oltre che degli investimenti che Ryanair è pronta a fare nel nostro Paese. Ma se Urso a caldo era soddisfatto dell'incontro, Wilson in una intervista a Repubblica annunciava invece ricorso contro il «decreto illegittimo» alla Commissione Ue. Per il numero uno di Ryanair le norme volute dal governo contro il caro-voli cozzerebbero col «regolamento 1008 dell'Ue che lascia le compagnie libere di fissare i prezzi». Insomma, secondo Wilson «l'Europa spazzerà via le norme italiane, colpevoli di interferire con il mercato», e anche sulla lotta all'algoritmo il giudizio del Ceo, che aveva già bollato il provvedimento come di stampo «sovietico», è caustico: «Spazzatura. Ho sentito tutte queste sciocchezze sui dispositivi Android o Apple dei clienti, che determinerebbero le nostre tariffe. Si tratta di una teoria complottista basata sulla fantasia di persone che non hanno abbastanza lavoro da fare». Quanto basta per far dissotterrare l'ascia di guerra anche a Urso, che ha replicato a stretto giro di posta. «Ryanair ha bisogno di buoni consiglieri di diritto commerciale, di qualcuno che si intenda veramente di diritti dei cittadini», ha ringhiato il ministro. «Proprio loro negli anni hanno dimostrato insofferenza per la concorrenza», ha continuato il titolare del Mimit, prima di ricordare che «Ryanair in questi anni è stata sanzionata 11 volte per pratiche commerciali scorrette, pubblicità ingannevole, da parte dell'autorità che tutela il mercato e la concorrenza». Undici provvedimenti per più di 11 milioni di euro complessivi di sanzioni. E proprio l'Authority, prosegue Urso, a dicembre scorso «ha segnalato degli aumenti dei prezzi su Catania e Palermo durante le festività di Natale che erano stati giudicati immotivati». Dunque, rimarca il ministro, «il mercato non è il far west, dove prevale la legge del più forte», ma «viene regolato dallo Stato, dalle leggi, dalle autorità e dall'Ue». Quanto alla Ue, che ancora ieri con il portavoce della Commissione Adalbert Jahnz ha annunciato di aver chiesto lumi sul provvedimento sul caro-voli, l'ex presidente Copasir ribadisce: «Siamo intervenuti secondo le regole europee». «Nelle isole non vi è una alternativa di mercato adeguata spiega Urso e lo Stato ha il dovere di intervenire quando il cittadino viene sottoposto a una azione che non risponde alle regole di mercato, ma che è contro queste regole e anche i diritti dei cittadini stessi». L'ultimo sassolino dalle scarpe, Urso se lo toglie per le accuse di Wilson al governo di aver messo su un provvedimento «sovietico».
«L'algoritmo non è una invenzione sovietica perché non esisteva ai tempi del soviet replica Urso - nasce nella patria dei diritti, gli Stati Uniti», proponendo «a seconda della capacità di spesa dell'utente prezzi diversi» o liberando posti «a seconda delle esigenze del momento». Insomma, conclude Urso, «una sorta di asta dei voli, una profilazione degli utenti che non è ammissibile. Noi siamo intervenuti secondo le regole europee e siamo disponibili a fornire tutti i chiarimenti».
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