Ursula reagisce ai dazi. Stangata da 26 miliardi sull'import dagli Usa

Von der Leyen: "Misure forti ma proporzionate". Trump non ci sta: "Vinceremo la nostra battaglia"

Ursula reagisce ai dazi. Stangata da 26 miliardi sull'import dagli Usa
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Le Borse europee ieri hanno tirato un sospiro di sollievo dopo due giorni di tensioni, nonostante la guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione europea sia ben lontana dal potersi ritenere conclusa. Anzi, il conflitto sui dazi tra le due sponde dell'Atlantico ha segnato una nuova fase di recrudescenza con l'annuncio di contromisure adeguate. Il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha risposto così con fermezza alla decisione americana di applicare tariffe del 25% sull'acciaio e l'alluminio europei.

«Le relazioni commerciali tra Unione europea e Stati Uniti sono le più grandi al mondo; hanno portato prosperità e sicurezza a milioni di persone ma queste tariffe sono tasse, sono dannose per le imprese e ancora di più per i consumatori», ha dichiarato von der Leyen sottolineando che «i prezzi aumenteranno, i posti di lavoro sono a rischio sia in Europa che negli Stati Uniti». Il Vecchio Continente non starà a guardare e ha approntato contromisure europee per un valore di 26 miliardi di euro. L'Ue, infatti, ha deciso di reintrodurre i dazi sospesi nel 2018 e nel 2020 e di lanciare nuove misure contro le esportazioni americane, con l'obiettivo di bilanciare l'impatto economico delle tariffe statunitensi. «Le misure che adottiamo oggi sono forti ma proporzionate; siamo pronti a negoziare, ma non possiamo accettare che le nostre imprese siano penalizzate», ha aggiunto von der Leyen, evidenziando la volontà di mantenere aperto un canale di dialogo.

La risposta americana non si è fatta attendere. Donald Trump, con il suo consueto piglio decisionista, ha ribadito che gli Stati Uniti non tollereranno più quello che considera un trattamento ingiusto. «Vinceremo la battaglia finanziaria con l'Unione europea: Bruxelles vuole colpire le imprese americane ma non compra le nostre auto: questo non è giusto». In particolare, il presidente americano ha rimarcato che «l'Ue è stata molto dura, non la sto criticando ma metta da parte la cattiva volontà». Secondo il tycoon, l'Europa «è sconnessa dalla realtà». Non è un caso che, ricevendo il premier irlandese Micheál Martin per la festa di San Patrizio, abbia evocato il caso Apple, «maltrattata» perché costretta dalla Corte di Giustizia Ue a versare 13 miliardi di euro di imposte non pagate all'Irlanda e multata più volte dall'Antitrust comunitario (l'ultima volta a marzo 2024 per 1,8 miliardi). Trump ha così promesso ritorsioni ancora più dure. «Sì, assolutamente», ha risposto interpellato sull'eventualità di nuovi dazi sulle auto europee. E pure il suo ospite non è stato esentato dalla consueta rampogna con l'accusa è stata l'aver «portato via le aziende americane» con le sue politiche fiscali». I dazi reciproci entreranno comunque in vigore il 2 aprile, ma potrebbero essere «un po' più che reciproci», ha concluso.

Un quadro che merita un'analisi approfondita. Come quella del titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti. «La politica dei dazi potrebbe danneggiare l'economia italiana ed europea, ma è anche l'occasione per rivedere le regole del commercio globale», ha detto durante il question time rilevando che «forse è il momento di creare un Wto più trasparente e competitivo», ossia senza troppe concessioni a concorrenti sleali, Cina in primis.

Le Borse europee, però, hanno tentato il rimbalzo dopo le pesanti perdite dei giorni scorsi. Milano ha chiuso in rialzo dell'1,6%, Francoforte a +1,5%, mentre Parigi e Londra hanno guadagnato rispettivamente mezzo punto percentuale. Wall Street si è mossa a due velocità, con il Nasdaq che ha guadagnato l'1,4% e il Dow Jones che ha oscillato attorno alla parità.

La possibilità di una tregua in Ucraina e il rallentamento dell'inflazione americana hanno parzialmente rasserenato gli investitori. Se i negoziati tra Bruxelles e Washington, però, non porteranno a una soluzione, i dazi rischiano di diventare un boomerang per entrambe le sponde dell'Atlantico.

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