Usa-Corea, guerra di bottoni. Trump: "Il mio è più grosso"

La replica del tycoon dopo la minaccia nucleare di Kim. L'ambasciatrice Haley: "Pronti ad adottare altre misure"

Usa-Corea, guerra di bottoni. Trump: "Il mio è più grosso"

New York - È sindrome da performance tra Donald Trump e Kim Jong Un. Il presidente americano non ci sta, e dinanzi alla provocazione di inizio anno lanciate dal dittatore nordcoreano riguardo al pulsante delle armi atomiche a portata di mano rincara la dose, avvertendo che il «bottone rosso» ce l'ha anche lui, ed è anche più grande del suo. Il giovane leader di Pyongyang nel discorso di Capodanno alla nazione aveva affermato: «Il pulsante nucleare è sulla mia scrivania, gli Usa devono essere consapevoli che questa non è una minaccia, ma la realtà».

Parole che il tycoon non ha lasciato cadere nel vuoto, raccogliendo subito il guanto di sfida e dando il via ad una nuova guerra verbale. «Il leader nordcoreano ha appena dichiarato che il pulsante nucleare è sempre sulla sua scrivania. Qualcuno di questo regime esaurito e alla fame lo informi che anch'io ho il pulsante nucleare, ma è molto più grande e più potente del suo. E il mio funziona«, ha scritto come ormai di consueto su Twitter il Commander in Chief.

Non è la prima volta che Trump e Kim portano lo scontro sul personale, con una battaglia all'ultimo insulto. Al contrario, la disputa verbale va avanti ormai da tempo. La narrativa degli ultimi mesi ricorda ad esempio quando il giovane leader ha chiamato il presidente Usa «un folle rimbambito». Oppure quando, durante l'ultima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, The Donald ha definito il dittatore di Pyongyang un «rocket man (uomo missile) in missione suicida». Intanto, proprio alle Nazioni Unite, nelle scorse ore è tornata ad esprimersi anche l'ambasciatrice statunitense Nikki Haley sul dossier nordcoreano, citando le notizie secondo cui Kim si starebbe preparando per un altro test missilistico. «Spero che questo non accada, ma se accadrà dovremo adottare altre misure», ha avvertito Haley, sottolineando come ci sia «altro da fare per assicurare l'attuazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza». L'ambasciatrice ha riaffermato anche che il «mondo civilizzato deve rimanere unito contro lo sviluppo dell'arsenale nucleare di Pyongyang». «Non accetteremo mai - ha ammonito ancora la Haley - una Nord Corea nuclearizzata».

Decisamente più disteso, invece, è il clima intorno al 38esimo parallelo. Prima c'è stata la proposta di Seul di un vertice per discutere l'eventuale partecipazione degli atleti nordcoreani alle Olimpiadi invernali il mese prossimo, con i colloqui che avranno inizio il 9 gennaio. Quindi, Pyongyang ha deciso di riattivare la linea di comunicazione diretta con il Sud al villaggio di confine di Panmunjom.

Da Pechino è arrivato il plauso agli ultimi sviluppi tra le due Coree: l'auspicio è che «le parti possano incontrarsi a metà strada», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, sottolineando che le parti interessate alla situazione nella penisola dovrebbero sostenere e «cogliere la positiva piega degli eventi». Sulle ultime scintille tra Trump e Kim, invece, la Cina ha lanciato un appello a «mostrare misura», dicendo cose utili per «alleviare la tensione».

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