«Preoccupati del tuo, di utero», «Amo una persona che ha abortito», «L'aborto è una scelta personale, non un dibattito legale». Con questi slogan decine di migliaia di americane sono scese in strada per la prima marcia delle donne nell'epoca della presidenza Biden, dopo la Women's March che inaugurò la stagione neo-femminista negli Stati Uniti il 21 gennaio 2017, all'indomani dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, quando oltre un milione di donne sfilarono negli Stati Uniti, indignate per l'elezione del presidente «sessista» e «misogino».
Oltre seicento le manifestazioni in questo sabato femminista e pro-aborto in molte città di tutti i 50 Stati d'America, Washington in testa. Migliaia di donne hanno sfilato per le strade della capitale federale e fino in prossimità della Casa Bianca.
«È una lotta contro i giudici della Corte Suprema, i legislatori statali e i senatori che non sono dalla nostra parte o non agiscono con l'urgenza che questo momento richiede», ha spiegato Rachel O'Leary Carmona, organizzattrice della marcia. Il timore è che la maggioranza della Corte Suprema, composta da 6 giudici conservatori su nove, tre dei quali nominati da Trump, e che si riuniranno domani per la sessione di ottobre, possa mettere in pericolo la storica sentenza Roe vs Wade, che nel 1973 legalizzò l'aborto negli Stati Uniti e ne tutela tuttora il diritto. Il tema dell'interruzione di gravidanza è diventato caldissimo negli States dopo la legge entrata in vigore il primo settembre in Texas, la più restrittiva dell'intero Paese, che vieta l'aborto oltre la sesta settimana, anche a chi è rimasta vittima di stupro o incesto, e consente di citare in giudizio cittadini che aiutano ad abortire, con un passaggio in auto o taxi oppure offrendo sostegno economico.
L'amministrazione Biden ha portato la questione di fronte alla Corte Suprema, ritenendo «incostituzionale» la legge texana e aprendo uno scontro istituzionale. Ma la Corte non ha bloccato il provvedimento. Cinque dei 9 giudici hanno invocato questioni «di procedura complesse e nuove» e non si sono espressi sulla costituzionalità. Il Dipartimento di Giustizia ha depositato una mozione d'emergenza per chiedere il blocco della legge. E il primo dicembre la Corte si pronuncerà anche sul diritto di abortire in Mississippi. Ma i numeri e le posizioni della maggioranza dei suoi giudici rispecchiano le posizioni anti-abortiste di Trump, che nel gennaio 2020 fu il primo presidente a partecipare a una «Marcia per la vita», manifestazione anti-aborto, dopo aver ammesso di essere pro-life e favorevole all'interruzione di gravidanza solo in caso di incesto o violenza sessuale.
Ecco perché molte delle donne in marcia ieri indossavano magliette che ricordavano il 1973, anno della sentenza che ha introdotto l'aborto negli Stati Uniti. «È triste dover lottare per i nostri diritti ancora 40 anni dopo».
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