"Va tenuto a distanza l'uomo che equivoca le nostre intenzioni"

"Va tenuto a distanza l'uomo che equivoca le nostre intenzioni"

A pochi chilometri dal corpo di Elisa la via sacra di Velleia, con le sue statue, ha celebrato, protetto e custodito per secoli, fra i boschi, la grandezza delle donne latine. Lei, invece, ha avuto sorte diversa: tradita nell'amicizia in cui il suo assassino ha voluto vedere un amore, è finita vittima di un'ossessione di cui non si è accorta in tempo.

Professoressa Vera Slepoj, un femminicidio sui generis: vittima e carnefice non avevano una relazione.

«Ci sono strutture di pensiero patologiche che virano verso realtà inesistenti. Talvolta deviano verso narcisismo o egocentrismo e portano il soggetto a costruirsi, per esempio sui social, un'immagine alterata di sé da offrire al mondo. Talvolta, purtroppo, come in questo caso, la dinamica è più simile a quella dello stalking che porta a idealizzare un rapporto con un'altra persona secondo un percorso univoco che prescinde dal fatto che il sentimento sia corrisposto. Mi sembra di capire che in questo caso, come aggravante, l'uomo abbia utilizzato il registro dell'amicizia per coltivare la fiducia della ragazza».

Un'amicizia equivocata: è più rischioso oggi o è un pericolo che le donne hanno sempre corso?

«Pensiamo alle tragedie greche: Elena fu rapita. E non fu l'unica. Violenza e mentalità predatoria hanno sempre caratterizzato certe sfere dell'universo maschile secondo una struttura antropologica precisa».

Oggi la donna non ha più mezzi di un tempo per evitare questi pericoli?

«Dovrebbe, almeno in apparenza. La donna, però, non ha ancora capito come decifrare l'alfabeto di questo pericolo, che si insinua in un rapporto sbagliato».

Un tempo invece?

«L'iter era più lungo: il corteggiamento, prima ci si conosceva, magari c'era il coinvolgimento della famiglia, degli amici. Tutti passaggi che oggi si saltano. Sia chiaro: la società di oggi è migliore per una donna che è più libera, ma indubbiamente più sola».

Quale potrebbe essere l'identikit di un amico «sbagliato»?

«Chi prima si rende indispensabile anche solo come amico, poi si fa cavalier servente, quindi diviene morboso, appiccicoso. Chi chiama molte volte con la scusa di interessarsi a noi, senza aver alcun diritto a esercitare un controllo sulla nostra vita».

Perché le donne «ci cascano»?

«Perché, in realtà, le donne hanno bisogno di essere corteggiate e amano attenzioni, galanteria e gentilezza. Questi soggetti, però, poi confondono l'accettazione di un piccolo ruolo accanto a una donna come evidente segno di interesse».

Come ci si difende?

«Senza temere di apparire tranchant. Non dobbiamo mai pensare di poter razionalizzare certi atteggiamenti. Dobbiamo fuggirli e stop. Mai uscire per chiarirsi, anche se temiamo che l'altro stia male o soffra per un rifiuto.

Mai pensare che dialogare con queste persone ricondurrà il rapporto nei confini che ci siamo immaginate. Bisogna prendere le distanze da chi dimostra di non avere una autonomia affettiva o di equivocare fin da subito le nostre intenzioni».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica