Se in Italia gli accessi agli atti hanno costretto il ministro della (presunta) Trasparenza, Roberto Speranza, a pubblicare i verbali della task force, quelli del Cts e pure il piano segreto anti-Covid, anche in Europa qualcosa sembra muoversi. La notizia è enorme, anche se offuscata un po’ dalle cronache sul Quirinale. L’Ombudsman dell’Ue, infatti, ha bacchettato la Commissione Europea cercato e reso noti gli sms intercorsi tra Ursula von Der Leyen e il Ceo di Pfizer, Albert Bourla, durante la prima fase dell’emergenza pandemica quando si era alla disperata ricerca di un vaccino.
Piccolo riassunto. Tutto inizia nel 2021 quando la presidente della Commissione concede un’intervista al New York Times e fa cenno ad alcuni sms scambiati con il capo della Pfizer, per spiegare insomma che l’Ue si era mossa nella complicata partita diplomatica di quella crisi epidemica. Al cronista si è accesa una lampadina, e ha provato a chiedere alla von der Leyen di poter accedere a quei messaggini. La Commissione, dopo una ricerca negli archivi degli atti legati al dossier Pfizer, però, ha consegnato al NYT solo una mail, una lettera e un comunicato stampa. Degli sms, neppure l’ombra.
Un po’ come la strategia usata da Speranza e dal ministero della Salute in tutti questi mesi. Sui verbali della task force, per dire, il dicastero s’è appigliato in tribunale al fatto che quei documenti fossero ufficiosi, non firmati, solo procedimentali. Una scusa per non renderli noti, che non ha convinto i giudici. Tornando ad Ursula, la cronista del giornale americano si è allora rivolta all’Ombudsman, cioè il difensore civico che raccoglie le denunce di persone e società che abbiano sede in Unione Europea. Il mediatore Emily O’Really ha aperto un’inchiesta e alla fine ha dato ragione al ricorrente, aprendo quello che potrebbe essere un caso di risvolti inattesi. E non solo per la questione vaccini, Covid e contratti con l’Ue; ma anche per la gestione dei documenti riservati della Commissione europea. “Il modo circoscritto in cui è stata trattata questa richiesta di accesso pubblico significa che non è stato fatto alcun tentativo di identificare se ci siano degli sms - ha scritto nella sua relazione O'Really - Ciò non soddisfa le aspettative di trasparenza e gli standard amministrativi nella Commissione”. L’invito dell’Ombudsman è quella di chiedere all'ufficio della presidenza von der Leyen una ricerca più approfondita di quei messaggini.
In pratica, anche quegli sms dovranno essere considerati dei documenti importanti e, soprattutto, da mettere negli archivi. Una novità assoluta, che potrebbe rendere totalmente trasparenti le manovre dei politici europei ma anche provocare qualche problema alle ovvie necessità di segretezza. "Non tutti gli sms vanno registrati - precisa O'Really - ma questi rientrano certamente nelle regole europee sulla trasparenza e gli sms rilevanti andrebbero registrati”. Ora la palla passa alla Commissione, che è tenuta a rispondere alle sollecitazioni entro il 26 aprile. Per ora i portavoci hanno fatto sapere che non diranno altro fino a quel giorno.
Ma Eric Mamer ha difeso l'operato di von der Leyen sottolineando che la presidente “ha contatti con un ampio tipo di attori" e "grazie anche a questo impegno abbiamo potuto mettere insieme il pacchetto di vaccini necessario". Intanto i gruppi parlamentari europei, soprattutto quelli di opposizione, promettono battaglia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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