Il vagabondo non parla con il gip È giallo su un altro ragazzo morto

Nel 2015 un giovane amico dell'arrestato sparì nel Tevere

Tiziana Paolocci

Analogie inquietanti, circostanze ancora tutte da chiarire. Le acque del Tevere potrebbero aver inghiottito un altro segreto, oltre a quello della morte di Beau Solomon, l'americano gettato da Ponte Garibaldi tra giovedì e venerdì notte.

L'omicidio dello studente presenta molte similitudini con la morte di Federico Carnicci, l'artista di strada pistoiese scomparso il 7 luglio del 2015 e trovato dieci giorni dopo nel fiume. A un anno di distanza il fascicolo sul quel decesso, avvenuto per choc termico e archiviato come suicidio, potrebbe essere riaperto. In ventisettenne, infatti, viveva nel tratto di banchina compresa tra ponte Sisto e ponte Garibaldi con il gruppo di Massimo Galioto, il clochard indiziato di aver scaraventato Beau nel Tevere. A collegare involontariamente i due casi sono i commenti apparsi sulla pagina Facebook di Alessia Pennacchioli, la compagna del punkabbestia finito in prigione. Ora l'avvocato Carmine De Pietro, legale della famiglia Carnicci, presenterà al pm Francesco Scavo istanza per la riapertura dell'inchiesta.

Intanto ieri Galioto, sentito per il delitto di Beau, si è avvalso della facoltà di non rispondere e il giudice Maria Agrimi, dopo aver convalidato il fermo, ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato dai futili motivi, su indicazione del pm Marcello Monteleone. «Galioto - ha spiegato il difensore, Michele Vincelli - ha fatto scena muta perché ritiene che il quadro probatorio sia ancora lacunoso e necessiti di approfondimenti. Noi chiederemo al più presto una serie di perizie, a cominciare da quelle sui filmati della zona perché in questa vicenda ci sono aspetti poco chiari. Il mio assistito si dichiara innocente e nega di aver spinto in acqua il giovane americano».

Un anno fa Alessia Pennacchioli venne interrogata per il caso Carnicci e raccontò che si era calato troppo stramonio, una pianta allucinogena, che era strano, ma che il gruppo lo aveva aiutato e rimesso a dormire. Il giorno dopo, però, era scoparso e il fiume lo aveva inghiottito.

L'avvocato Carmine Alessandro De Pietro, legale della famiglia della vittima, sostiene invece che testimoni lo videro litigare con Galioto. Ma il clochard non venne ascoltato. L'inchiesta venne archiviata ad aprile, ma sulla scia della morte di Beau verrà probabilmente riaperta.

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