Il team legale di Donald Trump è pronto a depositare a partire da oggi un'ondata di istanze nei tribunali, primo atto di una battaglia che secondo le strategie più estreme dei principi del foro assoldati dal presidente potrebbe durare anche oltre il limite dell'8 dicembre, entro cui devono essere concluse le eventuali controversie sul voto per posta, il riconteggio, le cause e il possibile ricorso alla Corte Suprema. Impedendo così agli stati di certificare la vittoria di Joe Biden prima della riunione, il 14 dicembre, del collegio elettorale, che dovrebbe eleggere formalmente il presidente. Se questo dovesse avvenire, sarebbe la Camera a nominare il nuovo Comandante in Capo, non in base alla maggioranza dei seggi (dei democratici), ma del voto delle delegazioni statali, dove sono i repubblicani ad avere la guida.
Il team di avvocati guidato dal fedelissimo del tycoon, Rudy Giuliani, afferma che nella sola Pennsylvania, decisiva per la vittoria del candidato democratico, si sono verificati una valanga di brogli. «Abbiamo abbastanza prove per invertire il risultato» fa sapere l'ex sindaco di New York, spiegando che nello stato 600mila schede sono in discussione perché contate senza la presenza di un osservatore a garanzia della loro legittimità. A Filadelfia e Pittsburgh, prosegue Giuliani, «da 50 a 60 osservatori testimonieranno di essere stati privati del loro diritto di ispezionare ogni singola parte delle schede giunte per corrispondenza».
Un altro legale della squadra di Trump, Sidney Powell, fa sapere invece di aver trovato 450.000 schede con voti solo per Biden e nessuna selezione di scrutinio. Inoltre, sostiene che due software - Hammer e Scorecard - sarebbero stati utilizzati per scambiare voti da Trump a Biden in alcune schede con cui si è votato prima del 3 novembre.
Fonti vicine al Comandante in Capo confermano di avere centinaia di prove dei brogli, e di aver individuato test chiave in grado di vuotare il sacco. Tra gli elementi che sarebbero stati raccolti ci sono pure i necrologi dei morti che risultano aver votato, e potrebbero essere resi noti anche dal presidente in una serie di nuovi comizi.
Trump, infatti, starebbe pianificando alcuni appuntamenti in stile campagna elettorale per rilanciare le accuse di brogli. Luoghi e date non sono ancora stati annunciati, ma secondo il New York Post gli sforzi si starebbero concentrando su alcuni stati in bilico fondamentali per un eventuale ribaltamento del risultato, ossia Georgia, Arizona e Pennsylvania. L'incognita, a parte la solidità delle prove, è se queste riguardino un numero di voti sufficienti a cambiare l'esito delle elezioni. Tutto si gioca in cinque stati chiave dove le preferenze per Trump e Biden sono entro un margine dell'1%.
In Georgia, Biden domenica sera era in vantaggio con soli 10.352 voti, in Arizona era avanti con 19.438 voti, in Wisconsin con 20.
540, in Pennsylvania con 43.251 e in Nevada con 31.464. Nel frattempo, il segretario di stato della Georgia, Brad Raffensperer ha annunciato «problemi riguardanti i voti» nella contea di Fulton, dicendo di aver inviato investigatori sul posto.
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