Vannacci: il fascismo è morto, non torna

Il generale si sfoga: "Dipinto come Satana, su Egonu e XMas cos'ho detto di male?"

Vannacci: il fascismo è morto, non torna
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Un raduno di camerati a Marina di Pietrasanta, in Versilia. No, non siamo negli anni 20, ma nel 2024, e i camerati in questione sono gli uomini del generale Roberto Vannacci. Così il militare chiama le sue truppe, i suoi sostenitori che, impavidi e incuranti del caldo, lo hanno celebrato al Caffè della Versiliana dove ha presentato il suo ultimo libro: Il Coraggio Vince. Tutto esaurito per l'evento. La presentazione, però, è solo un preteso per incontrarsi e fare squadra. O meglio, creare quello spirito cameratesco anche con chi non ha servito le armi. I colonnelli ci sono tutti, nessuno manca all'appello, all'invito diramato tramite whatsapp dal tenente colonnello e braccio destro del generale Fabio Filomeni. C'è addirittura chi è arrivato da Voghera, come Enrico, ex militare del genio pionieri paracadutisti. A contraddistinguerlo il cappello da soldato e il portamento. «Non le dico il traffico che ho trovato in autostrada per venire fin qui, ma per il generale questo e altro». Con sé una bottiglia di vino d'oltrepo' pavese «è un pensiero per Vannacci» ci dice. I militari di ogni ordine e grado sono tanti. C'è anche uno in camicia nera, «bella camicia» afferma il generale sornione. Vannacci ne ha approfittato per spegnere le candeline per il primo compleanno del comitato che prende il nome dal suo libro: «Il Mondo al Contrario». Un comitato culturale che, in 12 mesi, si è trasformato in movimento politico. Un partito a tutti gli effetti, che «conta già migliaia di iscritti - ci dice Filomeni -. Il numero è in aumento, mi creda».

Roberto Vannacci continua a fare proseliti, ad arruolare uomini (e donne) da nord a sud. Dalla Sicilia al Trentino. Inutile dire che il programma del movimento si basa sul libro, una bussola per i vannaccini. Il nome del bestseller è scritto a caratteri cubitali sulla torta preparata per l'occasione. I gusti sono classici, tradizionali, d'altronde non poteva essere altrimenti. A tagliarla il generale con il suo stato maggiore. Sorrisi, pacche sulle spalle e abbracci. È la prima uscita pubblica del nuovo partito? «Assolutamente! - precisa Vannacci -. Il movimento non fa concorrenza alla Lega, appoggia me e le mie scelte». Non la preoccupano le posizioni dei leghisti del nord, della prima ora, che si sono espressi più volte contro di lei? «No, il 6 ottobre sarò a Pontida, nella Lega non vedo persone ostili». Matteo Salvini da Pinzolo rilancia: «Con Vannacci faremo cose bellissime per i prossimi anni».

E le tensioni con gli alleati di Salvini? «Non le capisco, io non sono un estremista. Vengo dipinto come Satana, cosa ho detto di male, per esempio su Egonu e XMas?». È un fiume in piena: «Offeso che la Bindi mmi dà del fascista? Macché. Il fascismo è morto 80 anni fa. Mi dicono che ho scritto un libro banale. Vero. Ma esserlo oggi è rivoluzionario». Poi la stoccata a Tajani: «Sbaglia. La cittadinanza diamola a chi la merita, non svendiamola al mercato». E qui già si pensa al «18 e 19 settembre» quando «ci conteremo e ci incammineremo tutti insieme» sì, ma dove? Chiediamo all'ex senatore della Lega Umberto Fusco arrivato dalla sua Viterbo, dove ha fondato il movimento «Noi con Vannacci». Non rischiate di creare un cortocircuito con Il Mondo al Contrario? «No, assolutamente! Uniremo le forze, siamo una famiglia». E mentre si festeggia si pensa all'organigramma. L'ultima nomina è quella di Marika Diminutto, nel Friuli Venezia-Giulia. Poi c'è Lewis Trevisan, coordinatore del Veneto, forse il più attivo tra tutti i camerati, ha già nominato sette coordinatori provinciali. Poi nel Nord-est c'è il giornalista Marco Belviso, nel Nord-ovest Paola De Franceschi.

Al centro Andrea Romiti, al Sud il calabrese Vittorio Gigliotti. Nelle isole, in Sicilia, Patrizia Biagi e in Sardegna Giuseppe Pili. Roberto Vannacci, però, non perdona. Ritira la querela nei confronti di Bersani? «No, deve chiedere lui scusa a me».

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