Scende di circa il 15% l'efficacia dei vaccini dalla variante alfa, dominante da aprile a luglio, rispetto a quella delta, che ormai ha preso il sopravvento da mesi. È quanto rileva l'Istituto Superiore di Sanità nel bollettino settimanale di sorveglianza integrata. Le stime sono basate su un modello statistico con un livello di incertezza espresso dall'intervallo di confidenza, il quale indica che verosimilmente (con il 95% di probabilità) il valore reale dell'efficacia dall'88,6% a una forbice compresa tra il 75,4%-75,8% nella fase epidemica delta.
Nonostante le differenze di protezione dei vaccini rimane però alta l'efficacia preventiva nei confronti di ricoveri (92% fase delta vs 95% fase alfa), terapie intensive (95% fase delta vs 97% fase alfa) e decessi (91% fase delta vs 97%). Nel report dell'Iss si evidenzia anche l'aumento dei casi tra gli operatori sanitari, che passa da 306 a 371 in una settimana ed è ora pari al 3,6% del totale dei casi nella popolazione. Infatti a partire dalla seconda metà di agosto, il numero di casi diagnosticati nella restante popolazione è in forte diminuzione, mentre è in aumento il numero di quelli settimanale, notificati fra chi è in prima linea in questa pandemia. Per gli esperti sono dati forse attesi, poichè si evidenzia in questo modo la necessità della terza dose fin da subito per coloro che si sono vaccinati oltre 6 mesi fa, ovvero over 60, fragili di qualsiasi età e, appunto, chi è esposto a rischi sanitari. Presumibilmente poi l'intervento sarà esteso a tutta la popolazione nel 2022. L'obiettivo è evitare una pericolosa quarta ondata. Intanto l'OMS sta monitorando 2 mutazioni supplementari alla variante Delta: Y145H e A222V a livello della proteina Spike. Al momento sono già stati registrati casi nel Regno Unito, in Russia, negli Stati Uniti, in Danimarca, in Germania e anche in Italia. Gli esperti affermano che la cosiddetta Delta Plus' (AY.4.2) non desta preoccupazione, benchè almeno del 15% più contagiosa, ma va tenuta sotto controllo. Oltremanica fino ad oggi ci sono stati oltre 15mila casi. Su di essa «ci sono al momento in Italia numeri di sequenze limitati, presenti in molte regioni. Tutto il sistema è in questo momento allertato. Sono stati fatti 86 sequenziamenti al 19 ottobre e sono distribuiti un po' in tutte le regioni», evidenzia Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss. Un colpo di coda del virus, che va scongiurato, evidenzia Fabrizio Pregliasco, docente dell'Università Statale di Milano, per il quale va tenuta bassa la tendenza del leggero rialzo riscontrato sia per l'Rt nazionale a 0.86 sia per l'incidenza di 34 casi per 100mila abitanti.
Non è chiaro se dipenda dalla Delta Plus', alla quale in UK è stato dato il nome ufficiale di VUI-21OCT-01, ma «può darsi che contribuisca; nel calderone c'è tutto: le aperture prima, la vaccinazione rallentata e soprattutto questa grande libertà con tanti contatti», conclude.
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