Variante indiana, stop (tardi) ai voli

Speranza firma il divieto di ingresso. Ma i primi casi in Italia risalgono a marzo

Variante indiana, stop (tardi) ai voli

Porte sbarrate agli arrivi dall'India. La variante del coronavirus che sta flagellando l'area di Mumbai e ha contagiato un milione di persone in tre giorni spaventa anche l'Italia e ieri il ministro della Salute Roberto Speranza, ha firmato una nuova ordinanza che vieta l'ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in India.

Ma questa variante è presente sul nostro territorio da oltre un mese. I primi casi erano stati individuati a Firenze il 10 marzo scorso segnalati dal presidente dell'ordine locale Pietro Dattolo che parlava di oltre 300 casi individuati in Italia, oltretutto lanciando l'allarme sull'efficacia della profilassi rispetto a questa ennesima mutazione. E dato che non è stato avviato un sistema a regime di sequenziamento non possiamo sapere se i casi siano già migliaia.

L'annuncio di Speranza è arrivato su Facebook con la precisazione che «I residenti in Italia potranno rientrare con tampone in partenza e all'arrivo e con obbligo di quarantena». Il ministro chiede anche che «chiunque sia stato in India negli ultimi 14 giorni e si trovi già nel nostro Paese è tenuto a sottoporsi a tampone contattando i dipartimenti di prevenzione». Speranza ha pure tenuto a sottolineare che i nostri scienziati stanno studiando la nuova variante. Due le incognite che riguardano questa mutazione del coronavirus: la capacità di contagio che sembra decisamente più alta, superiore persino a quella inglese che era già più contagiosa della precedente del 50 per cento, e la possibilità che non sia coperta dai vaccini attualmente disponibili.

Su questo punto il ministro ha tenuto a difendere l'efficacia delle profilassi attualmente disponibili. «I vaccini ci proteggono dalla stragrande maggioranza delle varianti. Ci sono studi in corso su alcune di queste varianti e ancora gli approfondimenti non ci danno una certezza assoluta, ma già altri vaccini sono allo studio.- assicura Speranza- Dove si riscontrano elementi di maggior debolezza nella capacità di contrasto alle varianti la comunità scientifica internazionale è già al lavoro per costruire nuovi vaccini che ci mettano nelle condizioni di superarle».

Ma come procede la campagna vaccinale? Il commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo sta cercando di velocizzare per raggiungere il target di mezzo milione di somministrazioni in 24 ore fissato per i 29 aprile pesa sempre l'incognita delle dosi disponibili.

Le persone che hanno già ricevuto il richiamo e sono dunque protette sono oltre 5 milioni mentre sono 17 milioni e mezzo quelle che hanno ricevuto almeno una dose.

Rispetto ai 19.880.040 milioni di dosi consegnate le regioni ne hanno somministrato l'88,5 per cento.

Si va dall'oltre 92 per cento delle Marche al 79 della Calabria.

La fascia a rischio più scoperta resta sempre quella dei 70/79 anni: soltanto il 6,5 per cento ha ricevuto il richiamo mentre tra gli over 80 siamo quasi al 60 per cento dei vaccinati con seconda dose.

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