Veleni, divisioni, veline: quei giochi su via Arenula

Il ministero crocevia di movimenti anche interni. Ma persino Calenda e Renzi hanno linee opposte

Veleni, divisioni, veline: quei giochi su via Arenula

Una settimana cruciale, in cui Carlo Nordio dovrà superare due scogli cruciali. Entro domenica prossima dovrà decidere se accogliere la richiesta di revoca del decreto (firmato dal precedente ministro Marta Cartabia) che applica a Alfredo Cospito il 41 bis. È una scelta difficile ma forse meno dell'altro compito che attende il Guardasigilli: uscire indenne dal mare di polemiche e manovre che il caso Cospito ha scatenato intorno a lui, non solo dai banchi dell'opposizione ma all'interno della maggioranza e persino nei corridoi del ministero di via Arenula. Dove mai come in questo caso le tre forze che sostengono il governo stanno dando la sensazione di parlare ognuna con una voce diversa. E dove aleggia l'impressione che la vicenda dell'anarchico in sciopero della fame stia facendo da detonatore di altri dissapori intorno alla questione Giustizia: che si conferma - anche se in veste inedita - la croce di ogni maggioranza.

Il giorno chiave su questo secondo versante è fissato per martedì 15, quando Nordio si presenterà alla Camera per riferire sul pasticcio delle relazioni di servizio carcerarie su Cospito (comprese quelle sulle visite di quattro deputati del Pd) rese note dal deputato di Fdi Giovanni Donzelli. Nordio spiegherà come sia giunto a scagionare, nel suo comunicato di giovedì sera, il suo sottosegretario Andrea Delmastro dall'accusa di avere passato a Donzelli carte segrete. Racconterà le tappe dell'istruttoria interna al ministero. Descriverà le deleghe assegnate a Delmastro, spiegando che lo autorizzavano a ricevere i rapporti carcerari. Ma chissà se riuscirà a dissipare la sensazione che l'intera, delicata pratica sia stata gestita in modo quantomeno maldestro. Il fatto che dall'interno del Dap, la direzione delle carceri, sia partito un mezzo siluro contro Delmastro rafforza la sensazione.

A confermare il momento difficile del ministro c'è l'attacco frontale che gli viene anche dal Terzo Polo, che sul versante giustizia spesso è più affine a Nordio che all'opposizione: invece ieri Carlo Calenda twitta che «non possiamo che esprimere profonda delusione per l'operato di Nordio in questa vicenda. Peccato». Divergenze tra i due leader del polo, visto che Matteo Renzi il giorno prima era stato più indulgente: «Noi stiamo dalla parte del ministro, della Costituzione e della giustizia».

Proprio Renzi aveva indicato il caso Cospito come la cartina di tornasole delle divergenze interne al governo, dove all'ala garantista rappresentata dal ministro si contrapporrebbe «il giustizialismo forcaiolo di Donzelli e del sottosegretario Delmastro». Parole forti, ma che hanno alla base diversità di vedute che in via Arenula vi sono, e che erano già venute alla luce nel dibattito sui limiti alle intercettazioni. Il problema è che la frattura è trasversale, attraversa il governo quanto l'opposizione. Basti pensare a quanto dice ieri Raffella Paita, capogruppo di Italia Viva-Azione contro il dem Andrea Orlando, che come ministro della Giustizia aveva spedito innumerevoli detenuti al 41 bis ma ora è andato a trovare Cospito e ha cambiato toni. La Paita definisce «assurdo» il comportamento di Orlando, «il 41 bis è una misura che ha permesso di sconfiggere la mafia, trovo stonato che Orlando, ex ministro della giustizia, abbia preso certe posizioni sul caso Cospito».

Quando il 15 Nordio si recherà a Montecitorio si saprà già che decisione avrà assunto sull'assegnazione di Cospito al carcere duro. Il ministro potrebbe anche decidere di non decidere, ma questo equivarrebbe a un diniego alle istanze dell'anarchico perché a quel punto resterebbe in vigore il provvedimento firmato da Cartabia.

La convinzione tra gli addetti ai lavori è che le possibilità di una revoca siano assai scarse, vista la nettezza del parere inviato a Roma dalla procura generale di Torino sulla pericolosità dell'uomo. Ma forse ormai la sorte di Cospito è l'ultimo dei problemi.

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