Gad Lerner affonda ancora il colpo su Salvini. Dopo la mossa di Sea Watch che ha forzato il blocco imposto dal Viminale, il giornalista "rosso" aveva attaccato senz ausare giri di parole il leader della Lega. "Quelli che sogghignano per le esibizioni di cattiveria in faccia ai #migranti della #SeaWatch3 ("possono star lì fino a Natale") ricordino che pur vincendo le elezioni restano una minoranza di questo paese. Che tace, sopporta, ma un giorno si vergognerà perché è migliore di loro", ha scritto subito dopo l'annuncio della "capitana" di far rotta su Lampedusa. Ma su Repubblica, questa mattina, Lerner va oltre e di fatto chiama in causa la madre di Salvini: "Vien da chiedersi: ma cosa penserà di Salvini la madre di Salvini? Quando, di fronte a quello che, comunque la si pensi, rimane un dramma umano, il suo Matteo scrive: 'Non sbarca nessuno, mi sono rotto le palle. Lo sappia quella sbruffoncella'". A questo punto, dopo avre preso le difese della "capitana" di Sea Watch, Lerner non risparmia il colpo e attacca ancora: "Una giovane donna che lo ridimensiona a Capitano piccolo piccolo. Sbruffoncella? Non abbiamo piuttosto a che fare con un ministro sbruffone da osteria? - continua Lerner - Come nei videogiochi con cui egli si diletta nel cuore della notte, il responsabile dell'ordine pubblico scimmiotta la parodia della difesa dei confini nazionali bloccando un'imbarcazione di 50 metri con 42 naufraghi a bordo. E poi minaccia di erigere barriere fisiche (galleggianti?) a imitazione dei suoi modelli Orbán e Trump, o al contrario (sarebbe già meglio) di smettere l'identificazione e la registrazione degli sbarcati, di modo che possano proseguire il loro viaggio in direzione Nord Europa, da dove, così facendo, non potrebbero più essere rispediti a forza in Italia".
Poi parla ancora della madre di Salvini e va avanti nella sua dura provocazione: "Senza volerle mancare di rispetto, viene da chiedersi cosa pensi in cuor suo la madre di Salvini di questo figlio che si compiace nell'esibizione pubblica dello scherno e della cattiveria addosso a persone che soffrono - ribadisce Lerner - Convinto, il ministro della propaganda, sbagliando, che chi plaude sghignazzando alle sue bravate sui social, rappresenti il comune sentire della nazione. Fa male i suoi conti. Anche ammettendo che i 9 milioni di voti leghisti, e sommateci pure quelli di Fratelli d'Italia e una quota dei berlusconiani, vivano come una liberazione l'indifferenza nei confronti di quei reduci dai campi di prigionia libici - prosegue - ugualmente si tratta solo della minoranza arrabbiata di un Paese di 60 milioni di abitanti che resta assai migliore della raffigurazione che Salvini ne fornisce ogni sera dagli schermi televisivi. Dovrà fare i conti con un'Italia, certo, intimidita, ammutolita dall'accanimento con cui vengono liquidate le figure di riferimento che predicano l'umanitarismo e la solidarietà, un'Italia che vive con crescente disagio la spirale del turpiloquio e dell'ostentazione di cinismo".
L'ultimo passaggio è dedicato a questa sfida tra "capitano" e "capitana": "Di fronte a sé, stavolta, Salvini si ritrova un osso duro: Carola Rackete.
Durerà fatica a millantare che la comandante della Sea-Watch 3 sia l'ingranaggio della finanza mondialista nemica del popolo italiano, o magari un'avventuriera bolscevica - conclude Lerner - La disobbedienza civile con cui la Capitana ha deciso di sfidare il Capitano piccolo piccolo e il suo Decreto Sicurezza bis che criminalizza il soccorso in mare, è la più classica forma di omaggio alla legalità sostanziale, fondata sul rispetto delle norme internazionali sancite dal diritto del mare". Insomma Lerner, ancora una volta, "graffia" Salvini e di certo la risposta del vicepremier non si farà attendere.
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