La vendetta di Conte: cancella i decreti Salvini

Il premier a braccetto con sinistra e grillini. Zingaretti gongola. Niente multe a Ong: adesso riparte il business dell'accoglienza

La vendetta di Conte: cancella i decreti Salvini

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto su sicurezza e immigrazione, che di fatto riscrive i decreti Salvini. Dopo quasi un'ora di mediazione tra Pd, Leu da una parte e Movimento 5 Stelle dall'altra, è arrivata la fumata bianca sul testo proposto dal ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.

Il premier Giuseppe Conte, a braccetto con sinistra e grillini, ha smantellato le politiche sull'immigrazione di Matteo Salvini e del governo gialloverde. Spazio a nuove disposizioni che, tra le altre cose, allentano (anzi: tolgono quasi del tutto) la stretta sulle ong, ammorbidiscono i respingimenti e allungano i tempi di permanenza dei richiedenti asilo all'interno dei Centri di prima accoglienza.

Le modifiche principali

Il decreto è composto da 12 articoli e modifica di fatto i decreti sicurezza firmati dall'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini. Andiamo a vedere le novità sostanziali, partendo dalla reintroduzione del rispetto degli "obblighi costituzionali e internazionali dello Stato in materia di rifiuto o revoca del permesso di soggiorno" e il passaggio dall'ammenda amministrativa, che arrivava fino a un milione per chi avesse salvato i migranti in mare, alla multa compresa tra 10 e 50mila euro applicabile solo al termine di regolare processo penale.

Detto altrimenti, con le nuove disposizioni riparte il business dei migranti. Spariscono, come detto, le multe milionarie alle navi ong, che non verranno più confiscate. Previste delle sanzioni di entità nettamente inferiore, con il carcere fino a 2 anni per gli attivisti che non si coordinano conle autorità marittime dei Paesi di bandiera e con quelle che intervengono durante i soccorsi. Da sottolineare che tutti i divieti e le limitazioni tornano di competenza del Ministero delle Infrastrutture e non saranno più del Viminale.

Come se non bastasse, la permanenza nei Centri di prima accoglienza passa da 180 a 90 giorni, prorogabili di altri 30 giorni nel caso in cui lo straniero sia un cittadino proveniente da un Paese con accordo di riammissione. I richiedenti asilo potranno poi iscriversi all'anagrafe e convertire il permesso di soggiorno in permesso di lavoro, oltre che ottenere una carta di identità valida per tre anni.

Respingimenti ed espulsioni ammorbidite

Torna la protezione umanitaria denominata "protezione speciale" e viene reintrodotto il divieto di respingimento ed espulsione in Stati che violano i diritti umani. "Non sono ammessi il respingimento o l'espulsione o l'estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti - si legge nel testo - Nella valutazione di tali motivi si tiene conto anche dell'esistenza, in tale Stato, di violazioni sistematiche e gravi di diritti umani".

"Non sono altresì ammessi il respingimento o l'espulsione o l'estradizione di una persona verso uno Stato - prosegue ancora il testo - qualora esistano fondati motivi di ritenere che l'allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, a meno che esso non sia necessario per ragioni di sicurezza nazionale ovvero di ordine e sicurezza pubblica".

Le altre novità

Tra le novità introdotte dal nuovo decreto Immigrazione, sottolinea l'agenzia Adnkronos, c'è una norma proposta dal Guardasigilli, Alfonso Bonafede, che introduce il reato per chi introduce in carcere un cellulare a un detenuto. La sanzione va da 1 a 4 anni, sia per chi lo riceve che per chi lo porta. Prima era un illecito disciplinare sanzionato all'interno del carcere.

Nel testo sono previste pene più severe per chi agevola il detenuto al 41bis: si passa da 1 a 4 anni al da 2 a 6 anni. Nei casi di ipotesi aggravata, ovvero se il reato è commesso da un pubblico ufficiale, un incaricato di pubblico servizio o da chi esercita la professione forense, il reato da 2 a 5 passa da 3 a 7 anni.

Daspo per la movida violenta e stretta su vendita droga via web

Spazio infine per altre due novità: il daspo per la movida violenta e la norma per contrastare la vendita di droga tramite i siti web. La prima misura consiste nel divieto di accesso ai locali di intrattenimento e ai pubblici esercizi per chi si è già distinto per episodi di violenza negli ultimi tre anni. Divieto che potrà essere imposto dal questore. Per i violenti che non rispetteranno il Daspo è prevista la reclusione che sale fino a due anni e una multa da 8.000 a 20.000 euro.

La norma per contrastare la vendita di droghe tramite i siti web prevede che, come già accade per la pedopornografia online, la polizia postale tenga un elenco costantemente aggiornato dei siti web che sulla base di elementi oggettivi devono ritenersi utilizzati per l'effettuazione sulla rete internet di reati legati al traffico degli stupefacenti. Per questi siti si chiederà ai provider l'oscuramento e - in caso di mancato intervento del gestore entro 7 giorni - sono previste sanzioni da 50mila a 250mila euro.

La soddisfazione del governo

Vari esponenti della maggioranza hanno esultato per la fumata bianca, a cominciare dal dem Nicola Zingaretti, rinvigorito dal successo conseguito dai giallorossi. "Approvato ora in Consiglio dei Ministri il decreto immigrazione. I decreti propaganda/Salvini non ci sono più. Vogliamo un'Italia più umana e sicura. Un'Europa più protagonista": ha esultato il segretario Pd su twitter.

Il ministro Teresa Bellanova, capodelevazione IV, ha espresso tutta la soddisfazione nell'aver messo fine "all'inciviltà dei decreti sicurezza di Matteo Salvini ripristinando condizioni di civiltà giuridica e giustizia sociale". "Chiudiamo una pagina buia che aveva rigettato nell'ombra e nell'invisibilità migliaia di uomini e donne trasformati da una norma sbagliata e malvagia in clandestini e privati", ha aggiunto ancora Bellanova.

Soddisfatto anche Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud. "Stasera in Italia cade un muro.

Ci abbiamo messo un po' ma ora i cosiddetti decreti sicurezza di Salvini non esistono più. Anche le parole tornano al loro posto: migrazioni, protezione, accoglienza, legalità. Avanti ancora, verso un Paese con più diritti e più umanità", ha twittato il ministro.

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