La vendetta greca: "Crisi Germania? Venda le isole, lo diceva a noi..."

La vendetta delle isole è servita. In molti dalle parti di Atene avranno pensato che il tempo è galantuomo

La vendetta greca: "Crisi Germania? Venda le isole, lo diceva a noi..."
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La vendetta delle isole è servita. In molti dalle parti di Atene avranno pensato che il tempo è galantuomo, che la vendetta è un piatto che va servito freddo o qualsiasi altra frase fatta ad hoc per l'occasione. Fatto sta che se Berlino piange, a sto giro, Atene ride. E pure di gusto. Storie di crisi economiche, di troika e di provvedimenti d'emergenza.

Succede che nel 2010, quando la Grecia era in ginocchio e con un'economia alle prese con una crisi mai vista, il principale giornale tedesco, la Bild, titolasse: «Vendete un po' le vostre isole, greci in bancarotta!». Ma non solo. In Germania era opinione comune che per rientrare almeno in parte dei propri debiti, oltre a misure lacrime e sangue, la Grecia dovesse vendere beni statali, tra cui anche le bellissime e frequentatissime isole. Ma se è vero che la storia si ripete, è vero anche che alle volte si ribalta. Di fronte ai suoi problemi con il bilancio, si apprende che la Germania oggi dovrà imporre nuove tasse straordinarie. Musica per le orecchie dei greci. Sirtaki di gruppo in piazza magari no, ma chi se l'è legata al dito 13 anni fa ora si vendica di gusto. «La Germania potrebbe vendere beni pubblici come le isole, per raccogliere rapidamente grandi somme di denaro» ha detto, proprio alla Bild, Panagiotis Lafazanis, ex ministro greco dell'Energia e dell'Ambiente. Anzi, non soddisfatto ha rilanciato dicendo che «se Berlino avrà difficoltà, dovrà passare sotto la supervisione della troika. Perché in questo senso la vita è vendicativa. La Germania ora sperimenterà ciò che ha imposto alla Grecia».

Altro che gyros o moussaka: un bel piatto carico di vendetta a volte

può essere ancora più appagante per chi ha dovuto digiunare, metaforicamente me nemmeno troppo, per un bel po'. Perché certe cose rimangono indigeste, anche a distanza di anni. Ma attenzione. La ruota gira. E gira, gira...

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