Si chiama Med Wind e sarà il più grande parco eolico offshore flottante del Mediterraneo. Un progetto da 9,3 miliardi di euro destinato a creare migliaia di nuovi posti di lavoro a 80 chilometri dalle coste siciliane, a largo di Trapani.
«È fondamentale porre delle basi solide per concretizzare un parco da 3 GW come Med Wind che assicurerà il 3% del fabbisogno energetico nazionale, evitando milioni di tonnellate di emissioni climalteranti», ha detto Riccardo Toto, direttore generale di Renexia, azienda che promuove il progetto con un investimento di circa 42 milioni di euro, in occasione della presentazione organizzata insieme con la Fondazione Univerde e la stazione zoologica Anton Dohrn che si è tenuta ieri presso l'Università Luiss di Roma. Uno degli obiettivi è «dare il via a una filiera nazionale industriale specializzata nell'eolico, rivolta anche spiega Toto - ai mercati internazionali» e creare, attraverso la fabbrica di turbine a cui sta lavorando Renexia, «una grande industria eolica italiana» capace di far crescere anche l'occupazione con 1.300 posti di lavoro diretti e altri 2mila indiretti. «Oggi non c'è la produzione di questa turbina in Europa e puntiamo anche a esportare negli Usa» ha aggiunto. Il parco offshore assicurerà una produzione annua di energia pulita di circa 8-9 TWh che soddisferà il fabbisogno energetico di 3,4 milioni di famiglie e porterà a una riduzione di emissioni di CO2 di circa 2,7 milioni di tonnellate all'anno.
All'evento era presente anche il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che individua nell'eolico off-shore «uno dei grandi filoni di produzione, anche di elevate quantità di energia, per un Paese immerso nel Mediterraneo con aree a forte ventosità». Secondo il ministro è doveroso «accompagnare il percorso di queste grandi tecnologie in evoluzione, che possono anche creare le condizioni per la piena tutela delle aree marine e della biodiversità del nostro Paese» e «coniugare innovazione e sostenibilità, unendo la tutela della biodiversità con lo sviluppo delle rinnovabili».
Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, ha invece posto l'accento sulla «diffusione, attenta e sostenibile» dell'eolico offshore che, in questo caso, ha favorito la creazione di aree protette dove vi è stato un ripopolamento e un recupero degli habitat naturali.
«Le scelte virtuose rappresentano il tassello fondamentale per percorrere la giusta transizione energetica, capace di soddisfare le necessità di resilienza e sostenibilità», ha detto Pecoraro Scanio che, infine, ha evidenziato l'importanza della validazione scientifica, effettuata dai ricercatori dell'Anton Dohrn prima della realizzazione dell'impianto.
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