Continua l'assalto delle toghe per far saltare il cammino delle riforme. Dopo l'avviso di garanzia al padre di Matteo Renzi, è stato infatti rinviato a giudizio Denis Verdini. Contro il senatore di Forza Italia è stata mossa l'accusa di finanziamento illecito al partito. Accusa che, a differenza di quanto uscito in agenzia, non rientrerebbe nell'inchiesta sulla compravendita dell'immobile di via della Stamperia per cui andranno, invece, a processo il forzista Riccardo Conti e l’ex presidente di Enpap Angelo Arcicasa. Secondo la procura capitolina Verdini, che non ebbe alcun ruolo nella compravendita immobiliare, avrebbe però ricevuto da Conti un milione di euro. "Sono certo di dimostrare nel corso del dibattimento la mia totale estraneità, che d'altra parte è già evidente dai documenti in mano alla magistratura", ha assicurato Verdini.
Il 13 gennaio del 2011 l'ente di previdenza degli psicologi acquistò l'immobile per 44,5 milioni di euro dalla società Estatedue srl, amministrata da Conti che poche ore prima l’aveva comprata per 26 milioni di euro. Ad Arcicasa e Conti è contestato il reato di concorso in truffa aggravata. Secondo la procura di Roma, Arcicasa e Conti, "mediante artifici e raggiri", avrebbero indotto "in errore l’Enpap" procurando all'ente "un danno patrimoniale rilevante di almeno 18 milioni di euro costituito dalla maggiorazione abnorme del prezzo di vendita, sia in relazione al valore dell’immobile che al costo dei lavori". A Conti la procura contesta anche i reati di finanziamento illecito e omesso versamento dell’Iva per oltre 8,6 milioni di euro nel 2011. Tanto che mesi fa il gip ordinò il sequestro per equivalente di alcuni beni, tra cui appartamenti, titoli, conti correnti bancari, automobili e quote societarie. Arcicasa, infine, deve rispondere anche di ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza perché, come presidente del consiglio di amministrazione dell'Enpap, non avrebbe fornito alla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) tutti i dettagli dell’affare immobiliare.
Secondo la ricostruzione della procura capitolina, Verdini avrebbe ricevuto da Conti la somma di un milione di euro pochi giorni dopo quella operazione immobiliare. Per questo sarebbe stato accusato di finanziamento illecito assieme al collega di partito. I pm sono concordi nel ritenere il senatore di Forza Italia completamente "estraneo alla operazione di compravendita" immobiliare. Come espressamente affermato nella richiesta di rinvio a giudizio della procura di Roma, a Verdini è infatti contestato esclusivamente il reato di finanziamento illecito ai partiti, per una vicenda che nulla ha a che vedere con la compravendita in questione nella quale, come sottolineato chiaramente dagli stessi inquirenti, non ha avuto alcun ruolo.
"L'accusa si riferisce ad una penale regolarmente trattenuta per il mancato rispetto di un contratto fra me e Conti, di natura diversa ed estranea alla vicenda per la quale lo stesso Conti viene rinviato a giudizio", ha spiegato Verdini sottolineando che anche l'accusa di finanziamento illecito è "del tutto infondata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.