La regina, vestita di celeste, dal capello all'abito, ha tagliato il nastro blu e la gente ha applaudito, mentre nel cielo di Scozia passava la pattuglia acrobatica delle frecce rosse e, lungo il fiume Forth, fischiavano le sirene delle imbarcazioni in festa. C'era il reverendo Browning per la benedizione, c'era anche Filippo di Edimburgo, nel suo classico impermeabile color della sabbia, c'era la banda che suonava God save the Queen, c'era il primo ministro di Scozia Nicola Sturgeon, c'era la gente locale e quella di altrove, orgogliosi tutti di quelle tre grandiose vele, simbolo di tre secoli, il Queensferry Crossing, il nuovo ponte che unisce la contea di Lothian, potrei dire Edimburgo, e quella storica di Fife, situata tra due fiordi, sulla costa del mare del Nord.
Fu sempre Elisabetta, 53 anni fa, a inaugurare il Forth Road Bridge che, con il tempo, ha accusato il logorio di milioni di passaggi pesanti. Il ponte in ferro rosso è qualche metro più in là, quasi una costruzione del meccano. Ma nel duemila e sette, il governo scozzese decise di lanciarsi nel progetto di un nuovo ponte che passasse su quell'insenatura e garantisse il traffico sicuro, una struttura avveniristica, con materiale proveniente da Giappone e Spagna. Costo: 2 miliardi di sterline. Michael Martin è l'uomo che ha studiato, curato e seguito l'opera, sei anni di lavoro, con un solo incidente mortale, per la caduta di una gru un operaio restò schiacciato. L'inaugurazione, prevista per lo scorso inverno, ha subito vari rinvii, sempre per controlli e messa in sicurezza, la Regina ha atteso con pazienza e così le migliaia di viaggiatori che quotidianamente sono stati costretti a passare per il vecchio ponte. Questo sarà ancora aperto per i pedoni, le biciclette e qualche autocarro. Sabato e domenica scorsa, cinquantamila turisti pedoni, vincitori di un premio speciale, dopo aver acquistato un biglietto della lotteria, hanno potuto trascorrere una intera giornata lungo il ponte, fotografando e ballando e cantando. Oggi toccherà a diecimila abitanti della zona e ai bambini delle scuole, quindi da giovedì, il Queensferry Crossing diventerà il punto di riferimento e di passaggio esclusivo degli autoveicoli, alla velocità massima di 40 miglia, per agevolare i curiosi, poi aumentata a 70 nelle settimane successive.
Sei anni, dunque, per una struttura lunga quattro chilometri e dal costo contenuto. Sei anni senza battaglie sul campo e no-bridge a fermare i lavori. Sei anni per consegnare a una parte del Paese, per di più alla Scozia che non ha ponti con il Brexit, un'opera che è garantita, dai tecnici, per il prossimo secolo e più. Sei anni per ridurre i costi iniziali, il preventivo era stato fissato a 2 miliardi di sterline ma il governo scozzese, tenendo fede alla propria tradizione, ha saputo contenere le spese, riducendole a un miliardo e mezzo, utilizzando totalmente fondi pubblici. Un'impresa impossibile per le nostre abitudini, un'opera che comporterebbe il doppio, se non il triplo dei tempi di esecuzione e di bilancio contabile. Tra l'altro non ci sarà alcuna pedaggio per attraversare il ponte, così come non è previsto alcun pagamento sulle grande arterie stradali scozzesi. La poetessa Jackie Kay ha letto un testo dedicato al Queensferry Crossing mentre la banda eseguiva musiche di rito. La Regina ha ascoltato, tenendo il cappello in testa mentre Filippo è parso distratto dalla squadriglia aerea inglese.
Nicola Sturgeon ha donato un mazzo di fiori alla sovrana. Nessuno ha fischiato, nessuno ha protestato o urlato. Nessun poliziotto era in assetto di guerriglia. Il ponte è il simbolo di un Paese. Come in Italia. Nel week end.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.