Vertice Meloni-Salvini in masseria

Incontro in Puglia con telefonata a Tajani. Sul tavolo la Rai e la nomina di Fitto in Ue

Vertice Meloni-Salvini in masseria
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Il centro della politica italiana nelle settimane a cavallo di ferragosto trasloca da Roma alla Valle d'Itria. È qui che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta trascorrendo questi giorni in cui, al dilettevole del soggiorno alla masseria Beneficio di Ceglie Messapica, unisce l'utile con l'incontro avvenuto ieri con il vice premier Matteo Salvini e la telefonata fatta ad Antonio Tajani.

I leader si sono dati appuntamento il 30 agosto in un vertice per fare il punto della situazione in vista dei numerosi cruciali appuntamenti autunnali dimostrando l'unità della coalizione nonostante alcune illazioni provenienti da sinistra. Salvini è arrivato alla Masseria nel primo pomeriggio con la compagna Francesca Verdini dove, oltre al ministro Francesco Lollobrigida e alla sorella Arianna, è stato ospite il presidente della Camera Lorenzo Fontana con la famiglia. Anche se da un punto di vista formale non si è trattato di un vertice ma di un «semplice saluto», inevitabilmente sono stati toccati alcuni temi a cominciare dalla partita europea con la scelta del nome da indicare a Bruxelles per il commissario italiano. Nell'ultimo Consiglio dei Ministri prima della pausa estiva era emersa la volontà di condividere il nome nel Cdm che si dovrebbe svolgere lunedì 26 agosto o martedì 27. Il metodo che predilige la premier è di portare in Europa un nome condiviso da tutto il governo arrivando così più forte all'appuntamento con la presidenza della Commissione Ue, entro fine mese i ventisette stati membri dovranno infatti presentare le proprie proposte al presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. L'Italia punta a un portafoglio di peso in ambito economico a cui affiancare una vicepresidenza esecutiva della commissione, richiesta legittima ma che rende la trattativa complessa. Le deleghe a cui ambisce Roma sono Bilancio interno e Pnrr a cui accompagnare i Fondi di coesione ritenuti strategici per ottenere una maggiore flessibilità europea sui conti.

La figura individuata dovrebbe essere quella di Raffaele Fitto che, oltre a godere della stima della Von der Leyen e del Ppe, conosce bene le dinamiche di governo europee. È evidente però che il passaggio di Fitto a Bruxelles comporterebbe la necessità di trovare un sostituto adeguato per occuparsi dei dossier strategici oggi nelle sue mani, a cominciare dalla gestione del Pnrr.

Altri nomi possibili (anche se con quotazioni minori) sono l'ex ministro e Ad di Leonardo Roberto Cingolani ed Elisabetta Belloni (che potrebbe rientrare tra i profili femminili necessari per l'alternanza di genere), più difficile l'ipotesi Luca Zaia essendo di area leghista.

A tenere banco nell'incontro Meloni-Salvini e nella telefonata con Tajani ci sono state anche le questioni interne come le nomine dei nuovi dirigenti Rai su cui a settembre occorrerà trovare la quadra e potrebbe essere stato toccato il tema dello Ius scholae a cui sia Fdi sia Lega, a differenza di Forza Italia, si oppongono. La posizione comune è che, essendo una proposta non inserita nel programma di governo, non dovrebbe essere realizzato.

Intanto in questi giorni è presente in Puglia

anche la neo eletta presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola che Giorgia Meloni potrebbe incontrare per discutere dei temi europei anche se il soggiorno pugliese della Metsola dovrebbe durare ancora solo poche ore.

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