Vertice Raggi-Appendino Tanti sorrisi, nessun aiuto

La sindaca M5s di Torino al Campidoglio dalla collega in crisi. "Ma non ha bisogno di consigli"

Vertice Raggi-Appendino Tanti sorrisi, nessun aiuto

Si siedono su un divanetto del Campidoglio e parlano fitto per quasi un'ora. La foto di rito le ritrae così, in un faccia a faccia tra i due volti vittoriosi del Movimento Cinque Stelle.

Un soccorso più che un incontro istituzionale tra due sindache, con Chiara Appendino arrivata apposta da Torino per tendere la mano a Virginia Raggi nel suo momento più difficile. Per sostenerla, simbolicamente a nome di tutto il Movimento, ed aiutarla ad uscire dalle sabbie mobili di una giunta che stenta a formarsi, nella consapevolezza che il futuro pentastellato non possa prescindere dal successo romano. E l'immagine delle due sindache sorridenti che si offrono ai fotografi dal balconcino del Campidoglio con vista sui Fori, oltre a sancire in qualche modo la pace tra la Raggi i cronisti dopo il suo post polemico contro l'assedio dei media, serve anche a sottolineare che i M5S sono uniti e provano a superare l'impasse provocata dalle note vicende capitoline. Ma cosa resta oltre la foto? Poco, perché Torino è lontana e i problemi di Roma sono troppo grandi.

Anche se ufficialmente l'incontro è stato fissato «per parlare di città metropolitana e di collaborazioni su progetti culturali», come twitta la Raggi, si fa fatica a non interpretarlo come una spinta da parte della sindaca grillina che a Torino è partita spedita e senza traumi, alla collega che a Roma ancora arranca. Ma nessun consiglio, dice la Appendino: «Non credo che la Raggi ne abbia bisogno. Sono città molto diverse». «Non servono consigli ma confronto - scrive poi su Facebook la prima cittadina di Torino riassumendo il significato della sua visita - e soprattutto consapevolezza che in caso di bisogno ci siamo l'una per l'altra nel totale rispetto e indipendenza dei rispettivi ruoli». Dopo la chiacchierata, la Raggi e la Appendino vanno all'Anci per partecipare a una riunione sulla legge di Stabilità. Che sia stata o meno consigliata dalla collega che viaggia più veloce di lei, alla Raggi rimangono diversi nodi da sciogliere, dopo quello ancora irrisolto dell'assessore all'Ambiente, Paola Muraro, coinvolta in un'indagine sullo smaltimento dei rifiuti. C'è da trovare a stretto giro un capo di gabinetto, ma soprattutto serve un nome per l'assessorato al Bilancio. Il toto nomine impazza da giorni, ma ieri la Raggi ha assicurato che la situazione si dovrebbe sbloccare tra oggi e domani. Altra questione aperta è quella della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Beppe Grillo ha già fatto sapere che il Campidoglio dirà no. Ma in realtà l'ultima parola spetta alla Raggi e la sindaca non ha ancora incontrato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, per ufficializzare la posizione del Comune. C'è tempo fino al 7 ottobre per avere l'ok del Campidoglio, poi addio Giochi.

Ma mentre la Raggi incassa la stretta della Appendino, Alessandro Di Battista prende le distanze: «Oggi è del tutto autonoma, a lei onore e onore», dice ad Otto e mezzo su La7.

Poi il mea culpa: «Su Roma ci assumiamo le responsabilità di errori e leggerezze. Abbiamo sbagliato a non dire subito che la Muraro era indagata. È stato un errore che non dobbiamo più commettere ma che ci ha fatto crescere».

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