Forse valeva la pena di vincere questo Europeo solo per vedere quell'abbraccio. Vialli e Mancini in lacrime di gioia sullo stesso prato dove trent'anni fa uscirono piangendo di delusione. Dalla finale di Champions persa dalla Samp col Barcellona alla finale di Euro 2020 vinta in casa degli inglesi, c'è tutta la storia di questi due uomini che si sono legati a doppio filo con un'amicizia profonda che va al di là del calcio e fa da esempio a tutti quanti hanno festeggiato ubriachi nella notte azzurra. Perché l'abbraccio del ct al suo vecchio compagno ti riporta con i piedi per terra e ti fa capire che non c'è solo la felicità per un rigore segnato o parato, che una coppa Europa non può nascondere i guai della vita e i valori veri che solo lo sport può trasmettere.
Mancini e Vialli, Mancini e il suo cerchio magico, quello che si stringeva attorno agli azzurri ad ogni pausa degli infiniti prolungamenti delle partite di questo Europeo. L'importanza di capire che non si vince solo stando in campo, ma anche stando seduti dietro le quinte, sapendo dare tutto pur rimanendo al proprio posto. Perché dietro quei rigori segnati e parati c'è l'altra Italia, quella dei vecchi compagni di ventura blucerchiati del ct, che Mancio ha voluto al suo fianco nella costruzione e nella gestione di questa squadra. Non solo il Vialli capodelegazione, ma anche Chicco Evani, il vice che ha sostituito degnamente il ct quando ha attraversato problemi di quarantena, e poi Salsano, Lombardo, Nuciari, fino al preparatore dei portieri Massimo Battara (che di blucerchiato ha il padre Piero, numero uno della Samp anni Sessanta).
E poi tutti gli altri che hanno vinto stando seduti, come Daniele De Rossi, l'ultimo arrivato nella corte del ct, ma preziosissimo per il suo carisma di campione del mondo, così come ha dato la carica anche un altro che sa come si fa a vincere i Mondiali, il team manager Lele Oriali, che a dire il vero a sedere ci è stato poco: era talmente agitato che durante la partita con il Belgio si è ferito a un sopracciglio.
L'importanza di quelli che hanno vinto da seduti come Salvatore Sirigu, fondamentale nello spogliatoio, e Alex Meret, il terzo portiere, l'unico dei 26 a non aver giocato nemmeno un minuto.
Ma da seduti, tifando per questa Italia, hanno vinto anche Matteo Berrettini e Sergio Mattarella, la strana coppia seduta quasi affiancata in tribuna a Wembley, il primo reduce dalla straordinaria finale raggiunta a Wimbledon, il secondo incredibilmente esuberante nel suo impermeabile scuro. E alla fine è balzato in piedi anche lui.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.