Hamas ha pubblicato il video straziante di Hersh Goldberg-Polin, ucciso poco prima di essere ritrovato dall'esercito israeliano. Con lo sguardo triste verso la telecamera Hersh implorava: «Fermate questa guerra, questa follia!». «Mamma, papà, Leebie e Orly, vi amo, mi mancate e penso a voi ogni singolo giorno. So che state facendo tutto il possibile per riportarmi a casa», concludeva. I genitori del 23enne, che hanno dato l'autorizzazione a diffondere il filmato sui social, dove è divenuto virale, hanno invece sottolineato come la clip debba «servire da monito per liberare gli altri 101 ostaggi» nelle mani del gruppo islamista.
È questo il principale obiettivo del lavoro diplomatico per giungere a una tregua a Gaza. Antony Blinken ha fatto sapere che ora «tocca ad Hamas e Israele colmare le lacune nell'accordo» di cessate il fuoco. «Quasi il 90% dell'intesa è stato concordato, ma ci sono questioni critiche in sospeso, tra cui quella del cosiddetto corridoio di Filadelfia», ha evidenziato il segretario di Stato americano.
La battaglia sul fronte Cisgiordania sembra essere invece giunta a una pausa. L'agenzia di stampa palestinese Wafa ha comunicato che le forze israeliane si sono ritirate all'alba di ieri da Jenin e dal suo campo profughi, dopo 10 giorni di operazioni. Ma un'attivista americana di origine turca, Aysenur Ezgi Eygi, di 26 anni, è morta dopo essere stata colpita alla testa dall'esercito con la Stella di David a Beita, a sud di Nablus, mentre partecipava a una protesta. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha espresso senza giri di parole i suoi timori: «L'Iran vuole armare la Cisgiordania come ha fatto a Gaza». Mentre Antonio Tajani ha inviato un messaggio chiaro a Tel Aviv: «Ora è il tempo del cessate il fuoco, per impedire che Hamas diventi l'interlocutore del popolo palestinese». Anche perché nella Striscia l'orrore e la scia di morte continuano. Sempre Wafa ha fatto sapere che almeno nove persone sono decedute e altre dieci sono rimaste ferite in bombardamenti dello Stato ebraico di due quartieri della città di Gaza, quelli di Zaytun e Sabra.
Due vittime sono state segnalate anche nei campi profughi di Magazhi e Nuseirat. Wafa riferisce poi che i corpi di sei persone sono stati recuperati da sotto le macerie in diverse aree di Rafah. Ma il bilancio delle vittime nell'enclave palestinese dal 7 ottobre scorso, secondo il Ministero della Sanità locale gestito da Hamas, è di almeno 40.878 morti e 94.454 feriti.
Ieri di nuovo è intervenuta l'Onu e ha espresso la sua preoccupazione per la crisi umanitaria nella Striscia. «È oltre la catastrofe», con «più di un milione di persone senza cibo» ha denunciato il portavoce Stephane Dujarric. Ha poi riferito che la distribuzione di pasti pronti è crollata del 35%. Questo, ha detto Dujarric, è diretta conseguenza dei numerosi ordini di evacuazione da parte dell'esercito di Tel Aviv, che ha costretto al trasferimento 70 su 130 cucine da campo.
La guerra a bassa intensità va avanti pure sul confine Nord di Israele con il Libano. Le forze armate dello Stato ebraico hanno colpito un edificio a Matmoura, nel Sud del Paese dei Cedri, dove era stato avvistato un gruppo di miliziani di Hezbollah.
Intanto, due missili anticarro sono stati lanciati verso l'Alta Galilea e un hotel è stato preso di mira a Metula. Il raid, che ha innescato un incendio, ma senza fare feriti, è stato rivendicato dal gruppo sciita libanese filoiraniano.
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