Nuovo governo, nuovi imminenti possibili guai. Potrebbe avere vita breve, anzi brevissima, il nuovo esecutivo di transizione di Sebastian Kurz. Il cancelliere austriaco ha nominato quattro ministri chiamati per sostituire quelli che si sono dimessi in seguito all'«Ibiza-Gate» che ha travolto l'Fpoe, l'ex alleato di coalizione d'ultradestra. I quattro hanno prestato giuramento davanti al presidente della Repubblica Alexander van der Bellen. Il loro potrebbe però essere un viaggio brevissimo. Gli occhi sono puntati sull'appuntamento di lunedì prossimo, quando verrà messa ai voti una mozione di sfiducia presentata dalla piccola lista Jetzt: se sarà sostenuta anche dall'ultradestra e dai socialdemocratici, il cancelliere dei popolari Kurz sarà costretto a fare le valigie ben prima delle elezioni anticipati di settembre. Il 32enne capo di governo si mostra sicuro di sè: «Ora è importante fare di tutto affinché la crisi di un partito non si tramuti nella crisi dello Stato», ha detto Kurz dopo il giuramento. Lui promette che garantirà «stabilità» in Austria così come a livello europeo ed internazionale, e riferisce di aver informato in anticipo la leader della Spoe, Pamela Rendi-Wagner, di tutte le sue mosse, compresi quali fossero i nomi dei nuovi ministri.
Tra questi, Kurz ha voluto citare esplicitamente il responsabile agli Interni Eckart Ratz, ex presidente della Corte suprema, chiamato «a indagare sul contenuto e l'origine» del video-scandalo che ha portato al terremoto politico che ha obbligato l'Fpoe a ritirare i suoi ministri e che ha costretto l'ex leader del partito, Heinz-Christian Strache, a dimettersi da vicecancelliere: era lui, nel video, a promettere a una presunta miliardaria russa appalti pubblici in cambio di sostanziosi aiuti elettorali. Una trappola ordita forse da non meglio precisati servizi segreti.
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