Milano, Capodanno 2022, la notizia del branco di stupratori in piazza del Duomo rimbomba dalle cronache e fa precipitare il senso di sicurezza dei cittadini. Oggi, a poche settimane dal tragico anniversario, la polizia ha arrestato altri 4 egiziani di 19 e 20 anni, tutti gravemente indiziati di violenza sessuale di gruppo e rapina aggravata nell'area circostante la Galleria Vittorio Emanuele e il sagrato.
Le 4 ordinanze di custodia cautelare, fra carcere e arresti domiciliari, eseguite con il coordinamento della Procura della Repubblica di Milano, su richiesta dei pubblici ministeri del V Dipartimento, si aggiungono così agli altri 5 arresti, avvenuti dal gennaio al maggio 2022. Indagini e manette sono scattate a seguito di nove denunce circostanziate da parte delle giovani aggredite, un gruppo di turiste tedesche e due ragazze italiane, tutte ventenni.
In questi mesi gli investigatori hanno controllato i filmati, raccolto le testimonianze delle vittime oltre che dei testimoni oculari e monitorato i profili social dei presunti colpevoli. Sono quindi arrivati agli arresti.
Nelle ultime ore è emerso che uno degli ultimi quattro fermati ha partecipato sia all'aggressione di due ragazze tedesche, sia a quella, successiva, di due ragazze italiane, un'ora dopo. Lo ha annotato il gip Sonia Mancini per spiegare come la presenza del ventenne egiziano, residente nel Milanese, anche un'ora dopo dal primo abuso, rafforza «il convincimento circa la consapevole e volontaria adesione» alle violenze. Non si può ritenere, infatti, «che l'indagato si trovasse lì per caso in entrambi gli episodi». Il giudice ha poi aggiunto che gli arrestati (due ai domiciliari) hanno partecipato ai fatti, senza limitarsi ad assistervi, ma «accalcandosi intorno alle vittime (...), impedendo così alle stesse di sottrarsi alle molestie che stavano subendo» nonostante piangessero e chiedessero aiuto, così mostrando «un'incapacità di comprendere il disvalore delle proprie azioni» pensando «di non incorrere in conseguenze poichè la loro condotta si sarebbe confusa con quella del gruppo». E c'è anche chi, tra gli arrestati, «si era affrettato a guadagnarsi un posto in prima fila accanto alle giovani, mentre queste venivano ancora abusate dai soggetti a lui vicini». Le modalità «brutali» risultano «gravi e preoccupanti anche per il fatto di essere avvenute in un luogo pubblico e affollato, circostanza alquanto sintomatica in ordine alla totale assenza di freni inibitori negli indagati e, conseguentemente alla loro spiccata pericolosità sociale» ha concluso il gip Mancini.
I primi due fermi del pubblico ministero risalgono a 11 giorni dopo le violenze, al termine di perquisizioni tra Milano e Torino. Le successive indagini, tra febbraio e maggio, hanno portato a un'ordinanza di custodia cautelare a carico di due minori, sempre per violenza sessuale di gruppo, e una, per il medesimo reato e per rapina, a carico di un maggiorenne.
Ieri, l'onorevole Riccardo De Corato, dopo aver ringraziato polizia e Procura, ha stigmatizzato «la cultura di chi considera la donna come oggetto» e chiesto più controlli in tutte le zone della città.
L'assessore lombardo alla Sicurezza, Romano La Russa, ha posto l'accento sugli stranieri «che non vogliono integrarsi confidando nell'impunità». Ha poi aggiunto che «per fortuna, il vento sta cambiando, date le priorità del governo Meloni».
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