La visita-boomerang del Pd: usati in carcere da Cospito

La delegazione dem parlò anche con i boss su invito del terrorista. Fdi attacca: "Fatto di inaudita gravità"

La visita-boomerang del Pd: usati in carcere da Cospito

La delegazione del Pd che lo scorso 12 gennaio si è recata nel carcere di Sassari per verificare le condizioni di salute del terrorista Alfredo Cospito non si è limitata solo a quello. Uno dei membri della delegazione, il senatore Pd Walter Verini, ex responsabile giustizia del partito, racconta al Fatto alcuni dettagli che espongono il Pd alle critiche di aver fornito una sponda alla richiesta di cancellare il 41-bis proveniente da anarchici e boss. Secondo la ricostruzione, Cospito in quell'occasione ha infatti dato una precisa indicazione ai parlamentari Pd, quella di parlare non solo con lui ma anche con i suoi vicini di cella. Cioè con Francesco Di Maio, Francesco Presta e Pietro Rampulla, tre esponenti di spicco della criminalità organizzata, rispettivamente boss della camorra, killer della ndrangheta e capomafia, tutti al 41-bis. E i quattro dem, Serracchiani, Verini, Orlando e Lai, hanno effettivamente seguito il «consiglio» di Cospito e sono andati a interloquire con i tre mafiosi. «Ma non abbiamo mica obbedito a Cospito, l'avremmo fatto comunque, anche se non ce l'avesse detto» spiega Verini al giornale di Travaglio. «Le celle erano chiuse, vedevamo solo le facce dallo spioncino. Chiedevamo da quant'è che è qui?' e loro rispondevano trent'anni', venti', dieci'. Cose del genere. È normale, così accade quando si va in visita in carcere». In sostanza i quattro dem hanno fatto di loro iniziativa quello che Cospito voleva. E che volevano anche i boss. Finendo tragicomicamente per essere utilizzati dagli ergastolani. Le intercettazioni contenute nel famoso documento del Dap rivelato dal meloniano Giovanni Donzelli raccontano infatti di una strategia condivisa dall'anarchico e dai boss, che proprio il giorno della visita piddina tra loro discutevano di questo. «Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato (l'abolizione del 41 bis, ndr)» dice il camorrista Di Maio, a cui Cospito risponde: «Dev'essere una lotta contro il 41 bis, per me siamo tutti uguali». Nelle stesse ore, l'incontro con la delegazione dei parlamentari Pd, che prima e dopo twittavano per chiedere la revoca del 41-bis al terrorista. Una vicenda che assume i contorni di un autogol per il Pd. In attesa di sondaggi sul gradimento dell'esecutivo dopo questo caso, è stato infatti registrato il sentiment dominante tra gli utenti social sulla vicenda Cospito. E quello che emerge dalla ricerca SocialCom è una assoluta prevalenza (90,68%) di giudizi negativi sulla visita in carcere dei parlamentari Pd, con la maggioranza delle persone che assegna la centralità alla lotta a terroristi e mafiosi, rispetto agli aspetti umanitari. Fdi ne approfitta per contrattaccare: «Alfredo Cospito spingeva i parlamentari del Pd ad incontrare i boss mafiosi prima di parlare con lui. Un fatto di inaudita gravità» scrive il vicepresidente del gruppo Fdi al Senato Raffaele Speranzon.

«Perchè i parlamentari Pd non hanno rifiutato la richiesta di Cospito? Chiediamo spiegazioni immediate» commenta il capogruppo Fdi alla Camera Tommaso Foti. «Le spiegazioni spettano a Fdi, Nordio e Meloni» rispondono dal Pd. E oggi tocca alla senatrice di Verdi-Sinistra Ilaria Cucchi fare visita a Cospito, nel carcere di Opera.

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