I resti del corpicino di Gioele sono stati ricomposti. Le scarpine, i brandelli della maglietta: non ci sono dubbi che si tratti di lui. Sarà il dna, prelevato ieri a papà Daniele, ad aggiungere quell'1% mancante per accertare l'amara realtà che purtroppo non ha bisogno di conferme. Gioele non c'è più e i maiali selvatici della zona boschiva di Caronia, in cui si è inoltrata mamma Viviana il 3 agosto dopo avere avuto un incidente nella galleria Pizzo Turda sull'A20 Messina-Palermo, hanno smembrato e sparso il corpicino e lo hanno in parte divorato. «Tutte le piste sono aperte» è il mantra ripetuto dal procuratore di Patti, Angelo Cavallo, dal 3 agosto ed è tornato a farlo anche dopo il rinvenimento dei resti. Sono state escluse alcune ipotesi investigative ma «tutte le ipotesi sono aperte torna a dire -. O una morte contestuale o una morte in momenti separati. Non è escluso che madre e figlio siano morti nello stesso punto, ma non possiamo dire con certezza se piuttosto non siano morti in posti diversi. I resti del bambino sono stati trascinati in più punti dagli animali selvatici in un momento successivo alla morte o al momento dei fatti». Il dato importante è il ritrovamento dei resti, perché è il punto di partenza per far decollare l'indagine, qualora quel che resta del corpicino possa ancora parlare. «Era importante ritrovare il corpo. Adesso dice il procuratore abbiamo la speranza che possa essere sufficientemente conservato. Se sarà così, potremo individuare eventuali segni di violenza o morsi di animali che poi possono aver trascinato il corpo nel luogo dove poi l'abbiamo ritrovato». L'autopsia sarà effettuata nei prossimi giorni, forse a inizio settimana. Ieri intanto si è proceduto con la valutazione dei luoghi in cui sono stati rinvenuti i resti, la testa, e successivamente altre ossa. «Dalla zona dove abbiamo trovato i resti, percorrendo 50-60 metri di boscaglia, si arriva a un sentiero che potrebbe essere collegato al traliccio, ma è un'area con vegetazione fitta. Tra i due luoghi in linea d'aria c'è una distanza di circa 300 metri. È chiaro che la chiave di questo intricatissimo giallo resta la situazione psicologica complessa di Viviana, sottolineata più volte dal procuratore. «Soffre di paranoia e ha avuto un crollo mentale dovuto a una crisi mistica» è scritto nel referto rilasciato dall'ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto. Il fatto che la procura ne tenga in gran conto fa propendere per l'omicidio-suicidio. Nel frattempo arriva qualche certezza a chiarire alcuni dei tanti dubbi di cui sin dall'inizio è stato intriso questo caso, a cominciare da un buco di 22 minuti in cui Viviana si trova a Sant'Agata di Militello. Abbiamo ripercorso il viaggio della signora e di Gioele dal momento in cui è uscita di casa fino all'epilogo ha detto il procuratore -. Ritengo che già un piccolo risultato sia stato raggiunto, perché posso dire con sufficiente tranquillità che tutto quel tragitto sia stato accertato. Abbiamo trovato i biglietti dei caselli autostradali, abbiamo trovato le immagini dal momento in cui la signora è uscita di casa con il bambino vivo e in perfetta salute.
Abbiamo trovato quelle immagini a Sant'Agata di Militello che ci danno conferma che il bambino fosse vivo. Qualche certezza sì, ma in fondo resta tutto in sospeso. I consulenti medici hanno delle «certezze».Bisogna attendere.
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