Onorevole Donzelli, responsabile dell'organizzazione di FdI, il Pd lancia l'allarme sulla vostra lottizzazione selvaggia.
«Ma davvero pensavano che una volta al governo avremmo lasciato gli uomini piazzati dal Pd nei posti chiave? Ma questi pensavano di perdere le elezioni e continuare a decidere tramite i loro uomini? Una roba lunare!»
Insomma si tratta di un allarme inesistente?
«È un'accusa che fa sorridere. E che fa riaffiorare alla mente le nomine fatte da loro non soltanto in fase di spoils system ma anche all'ultimo tuffo, cioè dopo che hanno perso le elezioni. Mi ricordo Guerini e Di Maio che in Consiglio dei ministri hanno fatto sei nomine! Franceschini ha spostato sovrintendenti e fatto nomine che sono diventate operative quando noi eravamo già al governo».
Dopo tanti anni all'opposizione in cui avete criticato gli effetti dello spoils system ora vi trovate nella stessa condizione che deprecavate.
«Noi non criticavamo lo spoils system. Semmai abbiamo alzato la voce quando i posti venivano occupati da persone scelte per la loro tessera di partito. Noi metteremo le persone migliori per l'Italia a prescindere dalla tessera di partito».
Non è facile per l'opinione pubblica riuscire a distinguere una persona scelta comunque da una parte politica sulla base di questo ragionamento rispetto alle precedenti lottizzazioni.
«Ci giudicheranno alla fine della legislatura».
Prendiamo il caso di Pasquale Tridico. Il presidente dell'Inps non è un politico ma un tecnico. Non andava bene?
«Cosa vota Tridico mi è del tutto indifferente. I danni che ha fatto all'Inps no. Le scelte che faremo verranno giudicate alla prova dei fatti. Alle persone che indichiamo non chiediamo di mostrarci tessere politiche ma di dare prova della loro competenza e lealtà alla linea politica del governo. La Meloni su questo ci mette la faccia e non vuole avere alibi: quindi vuole le persone migliori nel posto giusto».
Quindi quelli che devono fare i bagagli ora secondo il vostro metodo non sono all'altezza?
«Ribalto la domanda: non è che perché messi dal Pd allora diventano intaccabili».
Per non sempre è una questione di competenze. Il caso del nuovo commissario per il dopo-terremoto dimostrerebbe il contrario. Chi va a sostituire Legnini non è un tecnico ma un parlamentare come lui.
«Non mi unisco al coro di quanti dicono Legnini santo subito! visto che non condivido le scelte fatte da lui come commissario. A prescindere da questo è la modalità in cui è stato nominato a giustificare la nostra scelta».
Vale a dire?
«Legnini aveva perso la presidenza della Regione Abruzzo e fu ricompensato con una nomina di questo genere. Quindi non fu solo la scelta di un politico, ma di un politico bocciato dalle urne. Bocciato dagli elettori della stessa terra terremotata. Obiettivamente la modalità con cui è stato scelto Legnini è aggressiva e contraria alla volontà popolare. È assurdo che a noi ora venga chiesto di confermare una scelta fatta a suo tempo dal Pd per compensare una sua sconfitta».
E se gli elettori ora dicessero: con la vostra lottizzazione siete come gli altri?
«Vogliamo essere giudicati per quello che riusciamo a fare. E in ciascun posto metteremo le persone più adatte, capaci di aiutarci a realizzare il nostro programma».
Pensa che le vostre scelte registreranno il coro di critiche come quelle ricevute da Alessandro Giuli, scelto per
sostituire la Melandri alla guida del Maxxi?«Ma davvero qualcuno poteva pensare che la Meloni preferisse la Melandri a Giuli? A prescindere dalla competenza, Giuli è più affine alla volontà espressa dalle urne».
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