La prima volta del Papa al G7: lezione di algoretica. E torna sui preti gay

Bergoglio arriverà in elicottero, interverrà sull'intelligenza artificiale e vedrà Biden e Zelensky. Nell'incontro a porte chiuse con i sacerdoti parla ancora di "frociaggine"

La prima volta del Papa al G7: lezione di algoretica. E torna sui preti gay
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Al G7 che si apre domani a Borgo Egnazia, in Puglia, sarà presente un ospite d'eccezione: papa Francesco. Il Pontefice aveva ricevuto e accettato un invito da parte del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni già nello scorso aprile. Bergoglio interverrà nella sessione dedicata al tema dell'intelligenza artificiale (IA), aperta ai Paesi non membri del gruppo. Francesco giungerà a Borgo Egnazia venerdì alle 13 in elicottero direttamente dal Vaticano, e la sua ripartenza è prevista per le 20,30.

Si tratta della prima volta in assoluto che un Papa interviene a un vertice del G7, i cui membri oltre all'Italia che ospita questa «tre giorni» sono gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito, la Germania, il Giappone e il Canada. Il Pontefice avrà anche diversi incontri bilaterali con diversi capi di Stato che hanno chiesto di incontrarlo, e tra loro il presidente americano Joe Biden e quello ucraino Volodymyr Zelensky, che pure sarà presente al vertice delle principali potenze occidentali. Nell'estendere l'invito a Francesco (che ieri è tornato a parlare di «frociaggine» in Vaticano e ha ribadito la sua contrarietà ai gay in seminario), la premier italiana aveva sottolineato che il suo governo intendeva valorizzare il contributo dato dalla Santa Sede al tema dell'intelligenza artificiale, in particolare sotto il profilo dell'etica degli algoritmi, concetto oggi definito come «algoretica».

Per Meloni, quella dell'intelligenza artificiale sarà la più grande sfida antropologica di questa epoca. Una tecnologia in rapidissimo sviluppo che, accanto alle gigantesche opportunità, può generare anche problemi e rischi altrettanto grandi. In tutto il mondo è da tempo aperto il dibattito su come governare l'IA e anche al G7 questo l'intento della presidenza italiana, anche facendo riferimento a quanto nel 1979 aveva detto in un discorso alle Nazioni Unite dedicato alla politica e alla tecnologia Giovanni Paolo II ci si impegnerà per garantire che le sue straordinarie potenzialità «mantengano al centro l'uomo e abbiano la persona come ultimo fine».

Al Papa, evidentemente, non sfugge la pericolosità potenziale di applicazioni dell'intelligenza artificiale, per esempio nel campo della comunicazione che può risultarne subdolamente falsata o in quello militare, che rischia una deriva in molti sensi letteralmente disumana qualora gestioni degli armamenti od operazioni sul campo siano guidate da programmi di IA, come già sta avvenendo nei due conflitti in corso in Ucraina e a Gaza. La Santa Sede favorirà dunque al G7 una discussione che possa avere come obiettivo una convenzione internazionale che, sulla falsariga di quanto fatto in passato in tema di arsenali atomici, metta dei limiti alle applicazioni dell'IA in ambito militare. Padre Paolo Benanti, consigliere del Papa sui temi dell'IA e dell'etica della tecnologia, è ricorso a un paragone automobilistico per spiegare la necessità di direttive etiche in questo campo così delicato. «Non sempre il fine giustifica i mezzi. Se domani dovessi chiedere a un'automobile a guida autonoma di portarmi il più velocemente possibile all'aeroporto, investire un pedone non giustifica il fine della mia urgenza.

Abbiamo dunque bisogno di un guard-rail, di mettere a terra strumenti che, in qualche misura, possano evitare che la macchina vada dove non vogliamo che vada ed evitare incidenti.

È questo il senso del nuovo termine algoretica': uno spazio etico intorno agli algoritmi per renderli compatibili con la nostra società».

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