Le agenzie, la bufera, le precisazioni. Ursula von der Leyen ha movimentato le ultime battute della campagna elettorale. Da destra a sinistra, a tenere banco sono state le dichiarazioni della presidente della Commissione Ue alla Princeton University organizzato a margine dell'Assemblea Generale Onu. “Se le cose in Italia andranno male, abbiamo gli strumenti, come nel caso di Polonia e Ungheria”, il monito dell’ex ministro della difesa di Berlino.
Affermazioni particolarmente significative a poche ore dall’apertura delle urne. Naturalmente non sono mancate le repliche muscolari: da Salvini a Renzi, passando per FI. Una vera e propria bagarre che ha costretto la von der Leyen alle delucidazioni del caso. “La presidente ha esplicitamente detto che la Commissione lavorerà con tutti i governi che usciranno dalle elezioni e che vogliono lavorare con la Commissione europea”, la conferma del portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer.
Il funzionario ha ribadito che la von der Leyen ha cercato di accendere i riflettori sul suo ruolo di guardiana dei Trattati della Commissione europea e in particolare nel campo dello stato di diritto. E ancora: "Penso che sia assolutamente chiaro che la presidente von der Leyen non è intervenuta nelle elezioni italiane quando ha parlato di strumenti e ha fatto riferimento a procedure in corso in altri Paesi".
Salvini: “Von der Leyen si dimetta”
Dalla von der Leyen un attacco all’Italia e alla democrazia: tranchant il commento di Matteo Salvini. Il segretario federale della Lega è stato tra i primi a stigmatizzare l’uscita della presidente dell’organo europeo e non ha utilizzato troppi giri di parole: “parole disgustose” e “minacce squallide”, tra le stilettate del leader del Carroccio.
Ma non solo. Salvini è stato chiaro: senza scuse immediate, necessarie le dimissioni. "È un attacco alla democrazia, oltretutto con il ricatto: 'Mi fermi i fondi europei se Salvini blocca gli sbarchi o il nutriscore’. Alla faccia delle ingerenze internazionali!", il suo j’accuse. Non è mancata una frecciatina al primo ministro uscente: "Non ho colto reazioni del professore e presidente del Consiglio, Mario Draghi che rappresenta tutta l'Italia". Tra i tanti interventi dal campo leghista, segnaliamo la stoccata di Borghi: "Von der Leyen prenda i suoi 'strumenti' che pensa di usare contro di noi e li usi a casa sua. È scoraggiante che l'ultimo giorno della campagna elettorale si debba smettere di ascoltare i problemi dei cittadini per occuparsi di una signora tedesca a cui evidentemente il potere ha dato alla testa".
Le reazioni
Come anticipato, numerose le prese di posizione di cui tener conto. Matteo Renzi ha invitato la von der Leyen a occuparsi degli affari europei, mentre l’azzurro Antonio Tajani: “Sul voto nei Paesi, da parte delle istituzioni europee bisogna che si lasci campo libero”. Giorgia Meloni ha apprezzato il chiarimento della presidente della Commissione Ue: “Sarebbe stata una cosa francamente fuori misura rispetto al ruolo della commissione”. La leader di Fratelli d’Italia ha poi rimarcato: “Rispetto alle dichiarazioni che ho sentito fare ad alcuni commissari in questa campagna elettoral penso che quando si entra a gamba tesa in una democrazia di uno Stato membro in realtà si fa qualcosa che nuoce alla credibilità della commissione.
Perché una cosa sono i partiti politici, il Parlamento, il ruolo politico, ma i commissari è come se fossero i ministri di tutta la Commissione europea. Quindi consiglio prudenza, se si crede nella credibilità dei commissari europei e della Commissione”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.