Ai tifosi di Zanardi - cioè a tutti noi - non interessa di chi fu la «colpa». Ai tifosi di Alex sta a cuore solo una cosa: che il campione sia fuori pericolo. Tutto il resto, compresa la disputa legale sulle «cause» dell'incidente il cui il 19 giugno scorso rimase ferito gravemente, ha un valore relativo.
Ma ormai la macchina della giustizia si è messa in moto, e con essa la sarabanda delle perizie contrapposte; inevitabile, considerata la dinamica dello scontro in cui Zanardi ha rischiato di perdere la vita, schiantandosi con la sua handbike contro un camion che procedeva in senso opposto. Ora, in sede legale, tornano in ballo le fatidiche «responsabilità».
Il consulente della Procura della Repubblica di Siena (la quale aprì subito un'inchiesta all'indomani dell'incidente) e il consulente della difesa dell'autista del tir (unico indagato come atto dovuto per lesioni gravissime) non hanno dubbi: «La handbike viaggiava a 50 km l'ora e il pilota perse il controllo del mezzo». Per questa ragione Zanardi andò a sbattere contro il tir lungo la strada provinciale 146 di Pienza dove si stava svolgendo una manifestazione (dalle caratteristiche decisamente vaghe e su cui sarà bene fare chiarezza ndr) denominata «staffetta Tricolore».
Secondo quanto stabilito dalle perizie il camion viaggiava ad una velocità di 38 km all'ora, mentre l'handbike (che non avrebbe evidenziato guasti meccanici) guidato da Alex scendeva a 50 km all'ora. L'impatto fu terribile. Si temette il peggio.
Zanardi fu portato al policlinico delle Scotte di Siena dove fu operato e posto in coma farmacologico. Il 21 luglio l'atleta paralimpico, che a Siena era stato sottoposto ad altre due operazioni, fu trasferito in provincia di Lecco a Villa Beretta, presidio di riabilitazione dell'ospedale Valduce.
Nella dinamica dell'incidente descritta dai due consulenti, «Zanardi quando vide il camion in direzione opposta avrebbe tentato di girare verso destra per allontanarsi dalla parte centrale della carreggiata ma il suo veicolo sarebbe andato in sovrasterzo, ribaltandosi». Così il pilota cadde, finendo nella corsia opposta e battendo la testa contro il cerchione anteriore sinistro del tir.
Una ricostruzione che la famiglia di Alex contesta. C'è infatti una terza perizia depositata in Procura dalla «parte offesa». Secondo cui la genesi dello scontro sarebbe diversa: «Fu il camion a invadere la corsia occupata da Alex».
Ora la parola passa alla Procura che dovrà decidere se ordinare nuove indagini oppure definire il procedimento.
A noi - lo ribadiamo - interessa che Zanardi torni il campione di sempre.
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