Zaporizhzhia, allerta Aiea "Centrale danneggiata". Lo scontro sulla missione

Grossi: "Lasceremo i nostri esperti, va scongiurato l'incidente atomico". Alt dei filorussi: "Via sabato"

Zaporizhzhia, allerta Aiea "Centrale danneggiata". Lo scontro sulla missione

Tra mille ostacoli, con tre ore di ritardo per i bombardamenti che si sono registrati in mattinata nella zona, un tentativo di occupare la centrale da parte di un gruppo di sabotatori ucraini denunciato dal ministero della Difesa russo e il solito scambio di accuse tra Kiev e Mosca, gli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica sono arrivati ieri all'impianto nucleare di Zaporizhzhia, che si trova vicino alla cittadina di Energodar, da settimane in mano russa, per verificarne le condizioni di sicurezza. Dopo che anche la Croce Rossa aveva lanciato l'allarme: «Basta giocare con il fuoco, il minimo errore di calcolo potrebbe scatenare devastazioni che rimpiangeremo per decenni».

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha detto di aspettarsi imparzialità dalla missione che, a suo dire, «rivelerà tutte le tracce lasciate dai bombardamenti ucraini». Il primo giorno di lavoro avrebbe portato già buoni risultati. Per il numero uno dell'Aiea, Rafael Grossi, la delegazione «è riuscita a raccogliere molte informazioni importanti in poche ore». Gli esperti, ha fatto sapere Grossi, rimarranno presso la centrale anche a missione conclusa, anche se i filorussi spingono affinché vadano via domani. «Riteniamo che sia indispensabile per stabilizzare la situazione e avere aggiornamenti regolari, affidabili, imparziali, neutrali su quanto accade nell'impianto», ha spiegato. Al momento la situazione è tutt'altro che stabile e secondo il direttore dell'Aiea «l'integrità fisica della centrale nucleare sarebbe stata ripetutamente violata». Anche ieri mattina, poco prima dell'arrivo degli ispettori, si sono verificati scontri pesantissimi proprio nell'area della centrale, al punto che è stato deciso di spegnere il reattore 5. Per il sindaco di Energodar, Dmytro Orlov, sarebbero state le forze russe ad attaccare pesantemente la cittadina provocando vittime fra i civili, mentre per il ministero della Difesa russo sarebbero state le truppe ucraine a bombardare il luogo di incontro della missione. I filorussi hanno attribuito a Kiev anche la responsabilità dei ritardi nell'arrivo degli ispettori, che sarebbero stati bloccati al checkpoint per accedere alla zona controllata dalla Russia. Accuse rilanciate sul sito del dicastero dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: «Gli esperti dell'Aiea sono arrivati a Zaporizhzhia e hanno iniziato i lavori secondo i piani. In caso di nuovi tentativi da parte di Kiev di interrompere il loro lavoro con bombardamenti o sabotaggi, la responsabilità delle conseguenze ricadrà sul regime di Zelensky e dei suoi curatori, nonché sul loro gruppo di supporto in Occidente».

Stesso impegno a scaricare le colpe sul nemico da parte ucraina, che ritiene Mosca responsabile delle bombe cadute su Enerhodar e sul territorio della centrale per ostacolare la missione dell'Aiea. «Sono azioni di uno Stato terrorista, spaventato che il mondo possa sapere la verità. La Federazione Russa è responsabile di tutto quello che sta accadendo alla centrale di Zaporizhzhia», ha scritto su Twitter il capo dell'ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak.

Ieri mattina, prima dell'arrivo degli ispettori, una sessantina di uomini delle forze speciali ucraine sarebbero sbarcati nei pressi della centrale. Un tentativo di assalto che, secondo il ministero della Difesa russo, sarebbe stato prontamente scoperto. Gli ucraini sarebbero stati inchiodati al terreno e una quarantina di soldati sarebbero stati eliminati, evitando così - sempre secondo Mosca - che i membri della delegazione diventassero «scudi umani» degli stessi ucraini. Gli 007 di Kiev, infine, avrebbero scoperto un piano di Mosca per evacuare il personale dell'ente nucleare statale russo Rosatom presente alla centrale.

Operazione che verrebbe tenuta segreta per evitare il panico tra i lavoratori. I filorussi, sempre secondo l'intelligence ucraina, avrebbero impedito ad alcuni lavoratori di accedere all'impianto per non farli parlare con gli ispettori.

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