
Volodymyr Zelensky annuncia dal vertice Ue che Ucraina e Usa «hanno ripreso a lavorare», e spera che la prossima settimana avranno un «incontro significativo». I colloqui, spiegano i media americani, dovrebbero aver luogo martedì a Riad, in Arabia Saudita, con il segretario di stato Marco Rubio, il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz, e una delegazione di Kiev tra cui il braccio destro del presidente, Andriy Yermak. Gli Stati Uniti, tuttavia, starebbero allo stesso tempo lavorando dietro le quinte per trovare un successore del leader ucraino. Secondo quanto rivela Politico, quattro esponenti dell'entourage di Donald Trump hanno avuto colloqui segreti con alcuni dei principali oppositori politici di Zelensky a Kiev, proprio mentre Washington si allineava con Mosca nel tentativo di porre fine alla sua carriera politica.
E il first buddy Elon Musk, rilanciando un post su X che parla dell'incontro e della necessità di un voto, afferma: «L'Ucraina deve tenere delle elezioni, e Zelensky perderebbe in modo schiacciante». Stando alle fonti di Politico, gli alleati del comandante in capo hanno parlato con la leader dell'opposizione ed ex premier ucraina Yulia Tymoshenko e membri del partito di Petro Poroshenko, predecessore di Zelensky. I colloqui si sono concentrati sulla possibilità che il paese tenga elezioni presidenziali in tempi brevi, e lo staff di Trump, scrive il giornale statunitense, è convinto che l'attuale leader perderebbe un eventuale voto a causa della stanchezza della guerra e della frustrazione pubblica per la corruzione dilagante. Trump, intanto, parlando alla Casa Bianca schiva una domanda sul possibile vertice con Vladimir Putin: «Non posso dirlo», spiega, annunciando comunque un suo viaggio a Riad «il mese prossimo». E ribadisce che «le armi atomiche sono una follia» e «sarebbe bene mettere fine alla guerra» in Ucraina «così non dovremmo parlare di deterrenza nucleare». Rubio, da parte sua, in un'intervista a Fox News definisce il conflitto «una guerra per procura tra potenze nucleari che deve finire», parole con cui si è subito detto d'accordo il Cremlino.
«È quello che è veramente, e concordiamo che è tempo di mettere fine a questo conflitto», commenta il portavoce Dmitry Peskov. L'amministrazione Trump, nel frattempo, sta pianificando di revocare lo status legale temporaneo per circa 240.000 ucraini fuggiti dalla guerra. Un alto funzionario del governo e tre fonti a conoscenza della questione hanno spiegato a Reuters che potenzialmente questa mossa, prevista per aprile, li pone su una «corsia preferenziale» per la deportazione. Se sarà confermata, la decisione costituirebbe un'inversione di rotta sorprendente della politica dell'accoglienza portata avanti sotto Joe Biden.
Secondo le fonti il previsto ritiro della protezione per gli ucraini era in corso anche prima che il tycoon litigasse pubblicamente con Zelensky la scorsa settimana, e fa parte di un più ampio sforzo dell'attuale amministrazione per privare dello status legale oltre 1,8 milioni di migranti autorizzati a entrare negli Stati Uniti nell'ambito di programmi di carattere umanitario lanciati sotto il precedente governo, che puntavano a creare percorsi legali temporanei per scoraggiare l'immigrazione illegale e fornire aiuti.
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