Poliziotto ferito in servizio, il distintivo d'onore arriva dai giudici (25 anni dopo)

L'agente era stato colpito da un proiettile all'addome l'8 giugno del 1987, ma il ministero si era opposto alla concessione del riconoscimento. Il Tar, ora, accoglie il suo ricorso.

Ne è passato di tempo. Quasi 25 anni, dal lontano 8 giugno del 1987. Quel giorno, l'agente di polizia Lorenzo M. interviene per sventare una rapina in un centro commerciale. Volano pallottole. Una, sparata da un malvivente, lo prende in pieno nell'addome. Il poliziotto viene sottoposto a un intervento chirurgico d'urgenza. E riesce a salvarsi. A distanza di tempo, l'agente chiede che gli venga concesso il distintivo d'onore di ferito in servizio. Ma sorprendentemente, il ministero dell'Interno dice di no. Così, Lorenzo M. si è dovuto rivolgere ai giudici del Tar. Che con una sentenza depositata solo pochi giorni fa, finalmente gli hanno dato ragione. A 25 anni da quel proiettile che l'ha ferito. Cosa dice la norma? Che il distintivo «spetta a coloro che abbiano riportato, in servizio e per causa di servizio, ferite o lesioni interessanti in modo grave e con esiti permanenti i tessuti molli, le ossa e gli organi cavitari». E questo sembra il caso dell'agente. Eppure, il parere del Viminale è stato negativo. Ma - sottolineano i giudici di via Corridoni, che hanno accolto il ricorso presentato il 19 maggio del 2009 - «il diniego fa esclusivo riferimento al parere negativo espresso dal competente organo tecnicno (Collegio medico legale istituito presso il ministero della Difesa) il quale a sua volta si esprime sfavorevolmente limitandosi a evidenziare il contrasto di opinioni espresse in merito dal primo dirigente medico della polizia di Stato ooin servizio presso la questura di Milano e dal direttore generale di sanità presso il comando logistico Nord di Padova». Però, insiste il tribunale amministrativo, «il contrasto delle opinioni espresse da tali organi non è di per sè sufficiente a supportare un dispositivo di diniego, essendo invece necessario che il collegio medico legale chiarisca esplicitamente se a suo giudizio sussistano o meno i requisiti prescritti dalla legge per il riconoscimento» dell'onorificenza.

Insomma, il «no» non è stato accompagnato dall'esposizione delle «ragioni concrete della ritenuta insussistenza dei requisiti prescritti dalla normativa». Così, i giudici accolgono il ricorso dell'agente Lorenzo M. Che a ricordargli quel giorno di 25 anni fa, oltre a una ferita in pancia, ora avrà anche una mostrina sul petto.

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