Il Polo supera l’Unione anche senza l’Udc

da Roma

Sette per cento. «Niente di più e niente di meno. L’Udc - dice il sondaggista Nicola Piepoli - negli ultimi tempi non si è mossa, resta ferma alle percentuali raggiunte alle ultime Politiche». Si è mossa invece, stando a varie ricerche, la Cdl. «Adesso il centrodestra è al 54 per cento mentre l’Unione è bloccata a quota 46. In questo momento quindi la Cdl probabilmente vincerebbe anche senza l’Udc». E non basta. «Se i centristi si spostano a sinistra - spiega Piepoli - non tutto il loro elettorato li seguirà. Una buona parte, diciamo la metà, resterà nel centrodestra».
Il braccio di ferro tra Silvio Berlusconi e Pier Ferdinando Casini sul peso specifico dei centristi nell’opposizione e le due manifestazioni di piazza parallele a Roma e Palermo, per Piepoli dunque non premiano la strategia dell’ex presidente della Camera. «L’Udc - spiega - negli ultimi mesi non si è mosso, quindi lo strappo di Casini non ha avuto alcun effetto. Ma i politici sono più intelligenti di quello che sembra e il leader centrista non uscirà dal centrodestra. Ne sono certo». Tra i partiti della Cdl, secondo il sondaggista, Fi guadagna rispetto alle Politiche di aprile ma rimane decisamente sotto il 30 per cento. Salgono un po’ tutti, quindi anche An e la Lega. «Lo stesso discorso - aggiunge Piepoli -, ma nel senso opposto, vale anche per il centrosinistra, dove a cedere sono tutti i partiti». Quanto al governo, «la fiducia rimane stabile, ma l’anomalia è che è molto più alta per i singoli ministri che per l’insieme dell’esecutivo: una cosa mai vista prima». E il ministro più amato è «certamente la bella Giovanna Melandri».
E lui, Casini, che risponde? Si trova proprio a Palermo, dove si è consumato lo strappo con il Cavaliere, con la manifestazione separata dal resto della Cdl. «Sono i sondaggi di Berlusconi, non i miei», ripete. E aggiunge che i suoi rapporti con Fi «sono sempre stati di amore e odio», ma sul territorio quelli tra i partiti della Cdl sono «ottimi». Il leader dell’Udc è in Sicilia per testimoniare nel processo contro Gaspare Giudice, deputato di Fi accusato di associazione mafiosa e ribadire di non conoscere direttamente Francesco Campanella (il pentito che accusa anche il governatore Totò Cuffaro), già dirigente locale del Ccd. Liquida le offerte di alleanza con il centrosinistra del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, con un secco: «Delle cavolate non parlo». Mentre il segretario centrista Lorenzo Cesa, parla di «provocazione», respinge i consigli «interessati» e conclude: «Non vogliamo fare sconti a un governo che non li merita». Carlo Giovanardi invoca intanto il congresso nazionale per «dare battaglia con tutti coloro che nel partito non vogliono svendere a Tabacci, Follini, Mastella la nostra decennale chiarezza di linea politica alternativa alla sinistra». Replica Giampiero D’Alia: «Chi continua a dire che andiamo a sinistra, nonostante le chiare prese di posizione di Casini, è in malafede. Non ci sono alternative al suo progetto».


Il commento più caustico ai dati di Piepoli è del leghista Roberto Calderoli che ricorda l’invito ad andare alle urne di Umberto Bossi e l’intervento negli Usa del Cavaliere: «Questo sondaggio avrà l’effetto di 5 pacemaker per Berlusconi. Lo aspettiamo per sacrificare e mangiarci il vitello grasso, visto che non c’è più bisogno né del vitello né di Casini».

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