nostro inviato a Parma
Un ballottaggio strappato con onore e uno concesso per un soffio. In sintesi: un curioso fenomeno di pendolarismo politico che fotografa la vita quotidiana di molti elettori dell'Emilia Romagna. Che, in questo scampolo di territorio tende spesso ad assumere il colore dellazzurro, piuttosto che il tradizionale e monotono rosso, tipico della regione. Settantasei chilometri di pendolarismo che separano il Palazzo Municipale di Parma da quello di Piacenza. Che, a conclusione della prima tornata elettorale, restano entrambi senza l'inquilino principale. Tutto rinviato di quattordici giorni. Tutto da giocare, quindi, in un rush supplementare di campagna elettorale in cui, al solito, saranno determinanti gli apparentamenti e i corteggiamenti vari. Due evoluzioni del voto che, da una prima lettura, sfociano nel ballottaggio per ragioni analoghe, così come, per ragioni analoghe avrebbero anche potuto non sfociare nel ballottaggio. Ecco perché.
A Piacenza dopo il caloroso appello in piazza Cavalli, lanciato da Silvio Berlusconi davanti a cinquemila persone: «Mi piacerebbe che lavviso di fine corsa a Prodi partisse proprio da qui, nella rossa Emilia-Romagna» occorre dire che Dario Squeri (ex presidente della Provincia della Margherita che tre anni fa è passato al centrodestra, ndr) definito da Berlusconi «buon profeta riguardo al disfacimento di questa sinistra» è riuscito nell'impresa di mettere all'angolo e di costringere alla seconda tornata elettorale il favoritissimo Roberto Reggi sindaco uscente. Un Reggi che, tanto per avvalorare la tesi di Berlusconi, nel comizio di Piacenza «di una sinistra spaccata e tenuta in ostaggio dagli antagonisti» è stato tradito da Giovanni DAmo, leader degli ambientalisti che ha deciso di correre per proprio conto procurando un danno rilevante al suo ex amico.
A Parma, consolidata città azzurra, il sindaco uscente Elvio Ubaldi invece non ha più potuto ripresentarsi avendo esaurito con successo e consenso due mandati consecutivi, e così ha nominato suo delfino Pietro Vignali, 39 anni, da nove nella sua squadra come assessore alla viabilità e ai trasporti. La decisione del sindaco uscente, ideatore della lista unica che porta il suo nome, che ha scontentato Maria Teresa Guarnieri, altra fedelissima della squadra di Ubaldi, da nove anni assessore alle politiche sociali. Così la Guarnieri, 43 anni, molto apprezzata negli ambienti ecclesiali e dell'associazionismo, ha deciso di correre per proprio conto e ha raggranellato quel 7 e passa per cento che avrebbe fatto riconquistare alla lista Ubaldi al primo turno il palazzo di piazza Garibaldi. Risultato? Da oggi in poi Maria Teresa Guarnieri sarà la donna più corteggiata, politicamente parlando, di tutta Parma. Ma Elvio Ubaldi, incontrato sull'uscio del municipio, è ottimista: «È un risultato molto positivo per noi e che, onestamente, va al di là delle attese, considerato che abbiamo compiuto una scelta che poteva suscitare qualche timore. Vedere, anche se a scrutinio non ancora concluso, che la nostra lista ha dieci punti in più di tutto l'insieme del centrosinistra è un dato politicamente non irrilevante che ci consente di affrontare il ballottaggio con fiducia. Abbiamo fatto un buon lavoro a Parma».
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