Ponte, Corsi e Cash. L'Eurovision parla in italiano

A maggio all'Eurovision Song Contest a Basilea ci sarà tutta l'Italia. Nel bene e nel male, nei vizi e nelle virtù

Ponte, Corsi e Cash. L'Eurovision parla in italiano
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Ma tutta l'Italia. Proprio tutta l'Italia. A maggio all'Eurovision Song Contest a Basilea ci sarà tutta l'Italia. Nel bene e nel male, nei vizi e nelle virtù. Non solo il menestrello, il folletto Lucio Corsi ci rappresenterà ufficialmente mettendo in rima le sue fragilità in Volevo essere un duro. Ma anche Gabry Ponte, con quel refrain ossessivo «tutta l'Italia, tutta l'Italia, tutta l'Italia» che non porterà la nostra bandiera ma quella di San Marino avendo vinto il Song Contest del Titano sabato sera. E, in più, pure il rapper Tommy Cash che furbescamente nel nome dell'Estonia presenterà un brano italianissimo giocando sugli stereotipi più abusati, caffè, spaghetti e mafia riassunti nella sua Espresso macchiato. Brano che - assicura lui - non vuole offendere il nostro Paese, ma che pure ha vinto la scommessa virale.

E, diciamocelo, non è che il testo di Gabry Ponte non sia pieno di stereotipi: «spaghetti, vino e padre nostro», «lasciateci ballare con un bicchiere in mano» con l'aggiunta degli sport nazionali: il calcio, la moda e tirare le monetine al politico caduto in disgrazia («il beato santissimo Craxi»). Ma su, dai, si fa per scherzare, per ironizzare su come siamo visti nel mondo: «Lasciateci ballare, domani poi ci pentiamo».

Insomma, va bene tutto purché se ne parli. Lo spiega lo stesso Gabry in un'intervista al Corriere: «Ci sarà un sacco di Italia all'Eurovision e credo sia una vittoria per tutti». Del resto, chiunque abbia ideato l'operazione San Marino - Ponte, per Basilea è geniale: un dj italiano che (senza cantare in prima persona) fa cantare tutta l'Italia inviato alla più grande gara musicale europea da un mini Stato non italiano. E che potrebbe vincere l'Eurovision votato dagli italiani. L'Italia non vota l'Italia, ma Tutta l'Italia: il meccanismo prevede infatti che i cittadini di ogni paese non possano votare i propri connazionali. Un capolavoro messo a segno da Roberto Sergio, nuovo direttore di San Marino Rtv (partecipata al 50 per cento dalla Rai) e dg della Tv di Stato, che in pochi mesi ha cambiato il volto di quello che prima si chiamava Una voce per San Marino. In conclusione, se dovesse vincere uno degli italiani, per la Rai sarebbe comunque un successo perché toccherebbe a lei organizzare l'edizione del prossimo anno. Se a trionfare dovesse essere Lucio Corsi, è già pronto il palazzetto di Torino.

E, chissà, aggiungiamo noi, che non si decida di fare tutto a Torino: Sanremo (ribattezzato Festival della musica italiana) ed Eurovision in caso si arrivasse veramente a un divorzio dal Comune di Sanremo. Se invece dovesse vincere Gabry Ponte, in collaborazione con San Marino, si cercherebbe una location emiliana più ampia del piccolo stato.

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