Il porto di Santa bocciato dal Tar per un errore fatto dal Comune

La sospensiva non sarebbe dovuta all’impatto ambientale ma ad uno sbaglio di procedura

Il porto di Santa bocciato dal Tar per un errore fatto dal Comune

da Santa Margherita

Gli ambientalisti l'hanno cavalcata alla grande la sospensiva del Tar sulla messa in sicurezza del porto di Santa Margherita Ligure. In attesa della sentenza però. Che è arrivata, rivolta la frittata e punta il dito sull'amministrazione. Che mica di impatto ambientale si tratta, perché l'inghippo è nel vizio procedurale. Chiamalo se vuoi errore tecnico di percorso e la minoranza di Borgo di Mare attacca al balzo: «È evidente che lo stop al porto - precisa il consigliere Emanuele Cozzio - sia dovuto sostanzialmente ad errori di procedura nell'iter amministrativo dell'opera imputabili al Comune. Situazione oltremodo delicata visto che Santa aveva ottenuto un significativo ed eccezionale contributo finanziato dallo Stato per l'intervento».
Non pare vero di infilare il dito nella sabbia e girare. Casus belli il ricorso al Tar di Italia Nostra, Verdi Ambiente Società e Green Cross Italia che si oppongono agli interventi strutturali nel porto di Santa. Nasce il movimento Tuteliamo Santa e si muove l'opinione pubblica nazionale. Finchè il Tar si esprime annullando l'opera di 2.500.000 euro, voluta da Comune, finanziata dal precedente Ministero delle Infrastrutture e appaltata, con cantiere già perimetrato. L'incipit è tutto ambientalista. Fino alla sentenza: «Abbiamo appreso delle motivazioni del Tar - spiega Leonardo Deri, comandante del locale Circomare - che non riguardano l'impatto ambientale. L'unica obiezione rimasta in piedi è relativa ad un problema formale. Ovvero la parte stralciata del progetto circa il prolungamento della diga foranea che non ha avuto la pubblicità dovuta. L'ex Genio Civile aveva a disposizione i fondi per realizzarlo e il tempo era risicato».
Come dire che si sarebbe saltato qualche «passaggio» per non rischiare di mancare il contributo statale. «Stiamo perdendo tempo per parva materia. Lo dice lo stesso Tar, anche se tra parentesi, che il porto s'ha da fare. Gli ambientalisti stanno cercando di far perdere il finanziamento. Se si fa subito una conferenza dei servizi sul prolungamento, possiamo ancora accedere al contributo». Dietro, il rilancio di un porto che fluttua in inverno ed esplode d'estate. Che «consentirebbe l'attracco, con i 14 metri di fondale in testata, di navi da 100 metri». Soprattutto un'operazione di ripristino di un porto storico, «senza speculazione immobiliare».
Non si perde l'aggancio Roberto De Marchi, coordinatore del movimento Gente per Santa che però precisa: «La città ha bisogno del prolungamento della diga, ma il molo sottoflutto sarebbe elemento di disturbo non solo per la pratica diga, ma per la possibilità del porto di ospitare i grandi yacht». Fermi al primo step, sull'interrogativo «iter» interviene il sindaco Claudio Marsano: «Il Sit ha ritenuto opportuno stralciare la parte di progetto relativo al prolungamento diga e farlo proprio con conferenza dei servizi indetta dallo stesso, con parere favorevole del Comune. L'iter è andato avanti ed è arrivata l'approvazione degli enti, quindi la gara d'appalto e inizio lavori».
Perché allora lo stop? «Il Comune, visto che il progetto del SUA era già passato in consiglio sei mesi prima senza osservazioni, ha ritenuto chiuso il discorso. E visto che l'intervento era parte integrante dell'intero progetto abbiamo ritenuto che la pubblicità fosse già stata fatta. E neppure gli enti superiori hanno posto obiezioni su questo».
Ma la burocrazia risponde ad altre leggi. «Hanno sbagliato - sottolinea Cozzio - e devono assumersene la responsabilità. Ma considerata l'importanza del porto per la città, occorrerà che maggioranza e minoranza lavorino per il bene di Santa, per far sì che nel minor tempo possibile si possa portare a termine l'opera». Più che segni di dialogo.

Niente ricorso al Consiglio di Stato, Marsano conferma che riporterà questa parte di progetto in consiglio: «Lo pubblicizzeremo anche se in ritardo. Confidando di non perdere il finanziamento». Il resto del progetto sta seguendo la sua strada. Ma questa è davvero un'altra storia.

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